#ToyLikeMe, i giocattoli disabili

#ToyLikeMe

#ToyLikeMe è il nome di una campagna virale lanciata di recente online che prova come gli hashtag funzionino davvero e abbiano un’influenza diretta e importante sui comportamenti e sulla percezione del mondo.

È stata lanciata da un gruppo di genitori di bambini diversamente abili in Inghilterra. Lo scopo era sensibilizzare le persone e soprattutto le aziende sull’opportunità di riflettere anche nei giocattoli la realtà quotidiana dei bambini con disabilità.

La campagna web è stata accompagnata da un’immagine che rivisitava alcuni personaggi classici dei giocattoli per bambini in chiave disabile: su una sedia a rotelle, con un cane guida per non vedenti, con cicatrici e segni sulla pelle.

L’azienda Makies ha risposto concretamente all’appello e al tag, diventato virale nel giro di pochi giorni. Lo ha fatto lanciando una linea di giocattoli dal nome esplicito, Dolls with Disabilities, cioè bambole disabili.

giocattoli disabili makies

Sono state realizzate con stampa 3D e presentano tutte della disabilità più o meno evidenti ma molto diffuse nella vita reale di migliaia di bambini che possono riconoscersi così anche nei propri giocattoli.

Inevitabili le riflessioni e le reazioni suscitate da questa operazione. C’è chi accusa Makies di cavalcare l’onda per farsi pubblicità – anche perché le bamboline sono molto costose visto che la stampa 3D è una tecnologia relativamente nuova. Ma c’è soprattutto chi applaude l’iniziativa che ha dimostrato sensibilità e volontà di fornire risposte concrete.

I creatori del tag si dicono soddisfatti sulla propria pagina Facebook ma invitano a partecipare anche le grandi aziende come Lego, Playmobil e Mattel per rappresentare, creando giocattoli inclusivi, i 770.000 bambini inglesi con disabilità (che diventano addirittura milioni nel mondo).

Lascia un commento