Ben arrivata, mamma! Cosa possiamo fare per te? Le fatiche e #ilpiùbelviaggio

carlotta

“Ben arrivata, mamma!” Un video che racconta l’esperienza della gravidanza, del parto e del primo contatto con il neonato, un video che parla soprattutto delle difficoltà legate alla pancia che riduce la mobilità e affatica la donna incinta. Ma c’è sempre una soluzione, anche post-parto. Il titolo del video ha anche qualcosa in più.

Leggi “Ben arrivata, mamma!” e ti sembra di essere di fronte al solito video struggente che ti riempie gli occhi di lacrime e tenerezza, facendoti ricordare la tua gravidanza, il parto e poi la sensazione, la prima, quella di tenere in braccio tuo figlio. OK, questo video che racconta l’esperienza di 7 donne, è anche questo.

danila

Il fatto è che quando l’ho letto e poi ho visto le prime immagini, ho avuto un dejà-vu. Questa frase è esattamente quella che mi hanno detto in ospedale, quando è venuto al mondo il secondo bambino. Una frase accompagnata da un gesto di amore e comprensione, una mano sulla spalla, una carezza al piccolo e la domanda: cosa possiamo fare per te?

jennifer

Le ostetriche, in questo, sono fondamentali, perché riescono a far passare in secondo piano la fatica del parto per renderti più facile l’inizio de #ilpiùbelviaggio. E poi con la mente torni agli ultimi mesi della gravidanza, quelli in cui la pancia è stata davvero ingombrante.

laura

Dormire a pancia in su quando è a pancia in giù che vorresti stare; tentare di sistemare e raccogliere qualcosa e avere la pancia che ti fa cadere qualcos’altro. E poi l’incazzatura perché quelle maledette scarpe sono diventate troppo strette. E l’attesa straziante del monitoraggio e quella ancora più difficile dell’ecografia, con la speranza di cogliere subito qualche tratto del bambino che ricordi la mamma, o anche il papà.

maura

Manca tutta la fase delle nausee e quella in cui devi annunciare la gravidanza a casa o a lavoro. Ma va bene lo stesso. Poi arrivi in fondo al video e leggi: “Mamma, hai faticato tanto. Ti meriti una vita comoda.” E pensi che finalmente qualcuno ha capito che sei stanca e l’unica cosa che non vuoi fare e stare a spiegare quello che c’è da fare. È #ilpiùbelviaggio ma è anche faticoso.

ombretta

Ed è vero, trovare all’uscita dell’ospedale una bella macchina spaziosa, una Ford B-MAX non sarebbe male. Non dover pensare a come sistemare la navicella, a come trasportare in sicurezza il neonato, né pensare ad alzare le natiche ancora grosse per riuscire a chiudere lo sportello posteriore, sono piccoli passi verso il recupero della comodità, verso il riposo che poi è quello di cui ha bisogno la neomamma.

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