Perché mandare il bimbo in vacanza da solo?

I genitori stanno per organizzare le ferie e sanno già che dalla chiusura della scuola per la pausa estiva, al ritorno sui banchi di scuola dei bambini, il tempo è lungo e le ferie sono poche. Per i bambini ci sono i centri estivi ma esistono anche delle vacanze studio. C’è da chiedersi però se possano effettivamente andare in vacanza da soli.

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Secondo gli psicologi dell’età evolutiva, il bambino deve essere lasciato libero di andare in vacanza anche da solo. Una scelta di questo tipo, infatti, contribuisce a rafforzare la loro autonomia e la loro intraprendenza, ma funge anche da iniezione di autostima.

Le proposte che si fanno ai propri figli, però, devono essere graduali e adeguate alla loro età evolutiva. Per esempio i bambini dai 5 anni in su possono frequentare i centri estivi, le colonie, le scuole estive ed i campeggi. Se è la prima volta che un bambino si allontana da casa, è bene che l’esperienza sia limitata nel tempo e non comporti un cambiamento drastico nelle abitudini di vita. Quindi sono ottime le soluzioni residenziali, magari con la possibilità di iniziare con uno o due giorni per poi allungare la permanenza del bambino lontano da casa.

Fare un’esperienza fuori casa, per un bambino, è molto formativo. In primo luogo passano del tempo in un contesto che non è quello domestico e non è nemmeno quello scolastico, quindi hanno maggiore libertà nel gioco e nella gestione dei tempi del riposo.

Lontano da casa il bambino impara a gestire anche bisogni primari come quello della fame e della sete e deve necessariamente interagire con altri bambini della stessa età, più grandi o più piccoli. In più, dovendo fare delle attività specifiche, il bambino è portato a preoccuparsi del necessario, cosa che in genere fanno i genitori.

Più autonomia, più divertimento, ma con gradualità e tatto. Raccontateci quando avete deciso di mandare vostro figlio in vacanza da solo, è stata un’esperienza positiva o negativa?

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