Parto in casa, una petizione per garantire la scelta della mamma

La medicalizzazione attorno alle nascite, nel nostro Paese, è eccessiva e questa conclusione si lega ai numeri del parto cesareo in Italia. Nel 2012, per esempio, i tagli cesarei sono stati il 37,5%, una percentuale molto al di sopra della media indicata dall’OCSE che è del 15%.

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L’OMS e il Parlamento Europeo, tra l’altro, si battono per far sì che in ogni Paese la mamma possa scegliere come e dove partorire. Il parto in casa, che riduce la medicalizzazione intorno alla nascita e quindi riduce di conseguenza anche i costi sanitari, è garantito soltanto in alcune Regioni italiane. Per troppo tempo, infatti, si è pensato che gli esiti negativi dei parti fossero legati alla scelta del parto extraospedaliero, ma di questo abbinamento, in realtà, non c’è una prova scientifica.

Su Change.org, quindi, è nata una petizione, rivolta agli assessori alla Sanità delle Regioni in cui si può partire soltanto in ospedale – Lombardia, Veneto e Toscana – per far sì che sia garantita la scelta nel parto ad ogni persona. Oggi il parto in casa è possibile in Piemonte, Emilia Romagna, Marche e Lazio.

Siccome ne parlano anche la Corte europea e i Diritti Umani a Strasburgo, le promotrici sostengono che nelle gravidanze a basso rischio “partorire in casa o in casa maternità con un’assistenza ostetrica, garantisce gli stessi livelli di sicurezza dell’ospedale”.

Il contenimento della spesa pubblica non va a scapito della sicurezza e della qualità del servizio e secondo le promotrici della petizione, costa meno alla collettività. Partire in casa, naturalmente, ha un costo per la neomamma ed è per questo che nella campagna su Change.org si chiede d’inserire nel Piano Sanitario il rimborso per le spese sostenute nel parto extra-ospedaliero. Al momento le petizioni regionali hanno già superato le 14mila firme.

E a voi mamme, rispetto al parto in casa, che informazioni vorreste avere? Alcune notizie si possono leggere nelle “Linee Guida di assistenza al travaglio e parto fisiologico a domicilio e casa maternità” di cui abbiamo già parlato in occasione dell’articolo dedicato alla scelta dell’ostetrica.

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