Bonus donne incinte, come chiederlo all’INPS

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Ai sostegni per neomamme e genitori sono stati dati tantissimi nomi. In queste settimane si sente parlare del bonus donne incinte e del bonus donne disoccupate ma in fondo non c’è granché di nuovo da annotare. Ecco a chi sono rivolti questi sostegni e come possono essere richiesti all’INPS. 

Se non avete un lavoro stabile e siete mamme da poco, oppure pensate di diventarlo entro l’anno, sappiate che non è molto utile comparare i prestiti personali a vostra disposizione. È più utile e veloce documentarsi sul bonus donne incinte o sul bonus donne disoccupate.

Il primo a porre l’attenzione sul gentil sesso è stato il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Poletti che sottolineato il diritto delle donne disoccupate o incinte ad ottenere incentivi in grado di alleviare la condizione di disagio. Sussidi finalizzati all’aiuto specifico delle ragazze madri, che figurano come isolate economicamente rispetto alla famiglia d’origine.

Il bonus donne disoccupate

Questo sussidio è rivolo alle aziende e consiste nella riduzione del 50% sui contributi da versare a favore delle donne di qualsiasi età che sono assunte quando erano prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. L’incentivo vale un anno quando la donna sia assunto a tempo determinato ma può essere prolungato fino a 18 mesi se la lavoratrice è assunta a tempo indeterminato.

Il bonus donne incinte

Questo bonus consiste in 80 euro mensili corrisposti a tutti i nuclei familiari che non superano i 24.000 euro annui. È necessario però fornire l’ISEE all’INPS. Questo sussidio è pensato per le donne che sono diventate mamma nel 2015 o che lo diventeranno entro il 31 dicembre 2017. In totale si parla di 960 euro anni corrisposti fino ai 3 anni del bambino. Se però il nucleo famigliare non supera i 7.000 euro annui, si può chiedere anche il raddoppio della somma.

Come fare la domanda per il bonus donne

Per la domanda bisogna rivolgersi al CAF o all’INPS, munendosi preventivamente di dati personali, dati riferiti al reddito, coordinate bancarie per consentire l’accredito della somma calcolata e legge di riferimento per il bonus donne, ovvero bisogna dimostrare di risiedere in una delle aree svantaggiate individuate dal D.M. 27 marzo 2008 in una delle seguenti regioni: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata. Zone specifiche di Emilia Romagna, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Lombardia.

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