Il burkini limita la libertà o è una questione di igiene?

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Il burkini è un costume che – com’è facile intuire – va a coprire il corpo per intero. Lo usano le donne musulmane che aspirano all’integrazione nei luoghi pubblici ma non vogliono andare contro la loro religione. Peccato che sia un costume che a Cannes è vietato per legge. Si discute allora del fatto che possa essere una questione di libertà. 

Il burkini e le donne che lo indossano non fanno notizia ma quando lo indossano a Cannes allora la situazione diventa seria perché con un decreto municipale valido per le spiagge della città, è stato vietato questo costume musulmano.

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Tre donne hanno deciso d’indossarlo ugualmente, scegliendo di andare contro una legge comunale e non contro la legge religiosa. Per questa scelta sono state multate. La prima donna di 29 anni è stata fermata sabato sulla spiaggia della Croisette, la seconda di 32 anni è stata fermata domenica sulla spiaggia di Zemenhoff e l’altra, un tunisina di 57 anni, è stata fermata il lunedì. L’importo da pagare è sempre lo stesso: una multa da 38 euro.

Adesso ci si chiede se questa legge comunale non sia un modo per limitare la libertà di queste donne che scendono in spiaggia soltanto con il burkini. Secondo l’imprenditore franco-algerino Rachid Nekkax il comune riduce le possibilità di espressione e movimento delle donne, al punto che lui stesso si è offerto di pagare le multe delle ragazze che indosseranno il burkini sulle spiagge dov’è vietato.

Il comune, ovviamente, ha ribadito che è per ragioni di sicurezza che è stato vietato il burkini ma c’è anche chi lo vieta in Tunisia e lo fa per altre ragion. In un noto hotel di lusso di Hammamet, il burkini è considerato inappropriato e poco igienico per cui è vietato indossarlo nella piscina dell’albergo.

Qual è la vera ragione dell’odio per il burkini: la questione sicurezza, la questione igienica o la questione religiosa?

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