La cucina come work room, le suggestioni di Julie&Julia

Julie&Julia, per chi non lo sapesse, è un film di qualche anno fa che racconta la storia di una food blogger che ha deciso d’impegnarsi per un anno a replicare tutte le ricette di Julia Child, l’icona americana delle donne in cucina, una Benedetta Parodi ante litteram per intenderci. Loro concepiscono la cucina come work room. Gli uomini hanno la stanza degli attrezzi, le donne quella delle stoviglie. Da che mondo e mondo è così ma l’organizzazione dello spazio cucina è direttamente proporzionale al piacere e alla voglia di trascorrere tempo ai fornelli. Julie, la blogger, doveva fare i conti con una cucina angusta, ma non per questo poco rassicurante.

E a renderla più famigliare ci sono degli elementi classici, come i mobili in legno, che si combinano con l’acciaio delle pentole e il cotto dei barattoli.

Ne viene fuori una cucina piccola ma profondamente ordinata dove l’acciaio è l’unico elemento che ci allontana dall’ideale francese della cucina gourmet rustica, la Creuset. Non è un caso che la Julia Child della trasposizione filmica usi pentole in ghisa.

Anche se l’immagine che si vuole dare di questa donna non è proprio l’emblema dell’ordine ai fornelli. Ordine che al contrario in cucina è essenziale.

Nel film Julie&Julia, la Child è pasticciona e disordinata, soprattutto a casa, ma il suo stile è diverso dalla blogger per un elemento che nella cucina angusta di Julie manca un po’. La luce. Quella dei riflettori e non solo.

La vera Julia Child, però, intendeva la cucina in maniera molto diversa: la voleva perfettamente organizzata.

E anche a distanza di anni le foto dimostrano che una cucina in ordine con le stoviglie organizzate in base alla tipologia e all’uso, è molto professionale ma anche funzionale. Una work room a tutti gli effetti. Non tutti possono permettersi una barra magnetica sui fornelli ma lo spazio, in tal senso non è mai stato un problema.