Laxmi Saa e le donne indiane sfigurate dall’acido

 

 

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Laxmi Saa è una giovane donna indiana che ha il volto sfregiato dall’età di quindici anni. Nel 2005 un uomo di trentadue anni le versò un secchio di acido in faccia perché aveva rifiutato le sue avances.

È come se il mio volto avesse preso fuoco, la pelle si scioglieva e si staccava dalla faccia. Urlavo dal dolore, piangevo, chiedevo aiuto ai passanti, ma nessuno è venuto in mio soccorso.

Da quel momento la sua vita cambiò radicalmente: fu sottoposta a sette interventi chirurgici e lunghi ricoveri in ospedale. Il dolore fisico lasciò lentamente il posto a quello psicologico: odiava il suo volto, la sua immagine e quella solitudine forzata dipesa dal suo nuovo aspetto.

Pian piano ha ricominciato a vivere grazie al sostegno di donne che come lei erano state vittime di violenza; donne che ha conosciuto attraverso l’associazione Stopacidattacks, fondata dal giornalista Alox Dixit, che da anni si batte per le vittime indiane. Infatti, obiettivo dell’ associazione è offrire alle vittime le spese mediche di cui necessitano e allo stesso tempo garantire pene più certe.

Un anno fa, non era prevista alcuna sanzione per le aggressioni con l’acido, mentre oggi, attraverso il lavoro di un comitato ad hoc, è stato inserito il reato di violenza con l’acido punibile con il pagamento di un’ammenda e la reclusione (da dieci anni fino all’ergastolo).

La riforma non è bastata a risolvere i casi di violenza. In India, infatti, l’acido solforico si può reperire facilmente e ha un costo irrisorio. Per questo motivo, la Corte Suprema Indiana ha emanato una sentenza che regolamenta la vendita dell’acido, imponendo una licenza per la vendita e proibendo l’acquisto ai minorenni.

Foto|Thinkstock

Fonte | Post Internazionale

 

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