Quando bisogna preoccuparsi della febbre del bambino

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Una mamma che vede che il proprio bambino ha qualcosa che non va, sembra stanco, annoiato, moscio, per prima cosa gli misura la temperatura. Se il bambino ha la febbre, come può accadere, tira fuori tutto l’armamentario anti-influenza che include termometro, paracetamolo e tanti modi di fare che i pediatri sconsigliano.

La febbre, se colpisce gli adulti, è influenza, se colpisce i piccoli, per la mamma, è come se fosse arrivata in casa la settima piaga d’Egitto in casa (arrivano tutte e sette le piaghe solo se è colpito da febbre anche l’uomo!). Bisogna tirare fuori il kit antivirus, perché la mamma deve vincere la sua battaglia contro il virus, deve farlo lei.

Questo atteggiamento da supereroine, purtroppo e per fortuna, alle mamme non glielo toglie nessuno. E siccome siamo molto più invischiate nella tradizione di quanto lo siano le nostre nonne, invece che tenere a mente i consigli della Società italiana di Pediatria che sono al passo con le evoluzioni della medicina, tiriamo in ballo i rimedi di una volta, perché se siamo arrivate ad essere mamme, vuol dire che quei rimedi male non ci hanno fatto.

Cosa non fare quando il bambino ha la febbre

Prima di ogni altra cosa, allora, conviene capire cosa la mamma non deve fare quando il bambino ha la febbre:

1. non deve misurare la temperatura con il sistema rettale ma preferire la misurazione sotto l’ascella con termometro elettronico;
2. non deve misurare la febbre prima che sia passata un’ora dal pranzo e non deve farlo se il bambino è un po’ sovreccitato, aspettando invece che sia in una fase di riposo;
3. non deve coprire il bambino, in modo che sfebbri;
4. non deve pensare che il paracetamolo curi la causa della febbre, serve solo a far sentire meglio il piccolo;
5. non deve chiamare il pediatra o andare al pronto soccorso prima che siano passate 24 ore oppure se non ci sono alterazioni nel comportamento del bambino.

Cosa può fare la mamma quando il bambino ha la febbre

Poche cose e purtroppo per noi supereroine, sono anche semplici:

1. monitorare il comportamento del bambino che è il vero indicatore della malattia, tenendo conto della sua vitalità, della reattività, dell’idratazione e del normale svolgimento delle altre funzioni vitali;
2. tenere tutto a mente, perché se poi occorre chiamare il pediatra, bisogna riferire più dettagli possibile per mettere il medico nelle condizioni di aiutarci;
3. misurare la temperatura nelle ore centrali della giornata con il sistema ascellare;
4. continuare con l’allattamento o sollecitare il bambino a bere poco e frequentemente anche liquidi zuccherini;
5. ricordare le cose che non si devono fare.

Se poi il bambino ha anche raffreddore, mal di gola o altri acciacchi di stagione, niente paura! Anche a questi piccoli malanni c’è un rimedio.

Photo Credits | Sergey Nivens / Shutterstock.com

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