L’emancipazione delle donne arabe attraverso la moda

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Non solo aride dune di sabbia e veli in testa: l’immagine dell’Arabia Saudita è spesso percepita in maniera errata dall’Occidente anche se le donne che vivono quotidianamente la realtà di quel paese sanno che la strada da percorrere per conquistare diritti e libertà è ancora lunga. Lunga ma già intrapresa. Dopo la conquista delle votazioni e le battaglie per la parità, scopriamo che l’emancipazione delle donne arabe passa anche attraverso la moda.

Sono sempre di più le giovani donne che, dopo una formazione in Occidente, tornano nel loro paese per apportare i cambiamenti in cui sperano e si moltiplicano le iniziative culturali volte a scardinare i vecchi principi proponendo modelli sociali nuovi.

Tra le ultime iniziative c’è anche la Jeddah Vogue Fashion Experience, un evento organizzato da Vogue con la partecipazione di Franca Sozzani e il sostegno della principessa Adelah bint Abdullah bin Abdulaziz. Lo scopo era quello di coinvolgere giornaliste e stilisti di tutto il mondo nella valutazione della nuova moda emergente araba, firmata da designer giovani e promettenti.

La giuria composta da Silvia Venturini Fendi, Delfina Delettrez Fendi, Alberta Ferretti, Stella Jean e Farida Khelfa ha selezionato il lavoro di alcuni designer arabi che voglio rinnovare la moda e la percezione della donna nella società araba. Il vincitore del concorso ha conquistato la possibilità di presentare la sua collezione a Palazzo Morando durante la prossima settimana della moda milanese a Settembre.

L’evento ha voluto porre l’accento sul tentativo di rinnovamento interno ma anche sul desiderio del mondo arabo di correggere la percezione spesso errata e asfittica che il mondo esterno ha della società saudita.

Protagonista di questa rivoluzione pacifica che passa attraverso la moda e i codici stilistici è Nora Aldamer, stilista autodidatta che ha vinto il concorso con la sua collezione Chador. Si sono fatti notare anche Mariam Bin Mahfouz, Nouk Hakeem de Haal Inc e Alaa Balkhy de Fyunka.

Ciascuno dei dieci finalisti ha offerto una visione molto personale, moderna ed elegante della donna araba che vuole emanciparsi, conquistare il posto che le spetta non solo nella società araba ma anche nel contesto internazionale, smentendo la concezione stantia della donna saudita succube e priva di voce, tutta da aggiornare.

A sostenere questa battaglia c’è anche il grande magazzino saudita Rubaiyat che nei suoi spazi, accanto ai grandi marchi della moda internazionale, propone anche artisti locali di nicchia dando loro spazio e visibilità, particolarmente alle stiliste che affrontano le barriere servendosi di un linguaggio, quello della moda, che per sua stessa natura supera i confini.

Photo Credits | Avesun / Shutterstock.com

100 donne straordinarie

100 donne straordinarie per un libro di favole moderne

100 donne straordinarie

E se le eroine a cui ispirarsri non fossero più le principesse delle fiabe classiche ma 100 donne straordinarie che hanno cambiato il mondo? Solo loro più di molti personaggi delle favole, ormai anacronistici, a diventare l’esempio delle future generazioni. Ma anche di tutte noi.

Nasce così il progetto di un libro di favole moderne lanciato su Kickstarter Timbuktu Labs, una start-up che è già riuscita a raccogliere il triplo dei fondi necessari per lanciare l’idea trasformandola in realtà.

Non più favole che raccontano di principesse salvate da spaventosi draghi o cupe torri da splendenti principi su un cavallo bianco ma donne vere che hanno fatto qualcosa di grande, ciascuna nel proprio campo, diventando ispirazione per le bambine di oggi che nella scarpetta di cristallo capace di cambiare la vita ad una ragazza non credono più.

D’altronde ormai da tempo anche la Disney ha aggiornato le proprie principesse rendendole non fanciulle da salvare ma eroine indipendenti e forti, capaci di salvarsi da sole. Nessuna negazione della tradizione, quindi, solo la volontà di aggiornarsi proponendo modelli diversi e in linea i tempi in cui viviamo.

Il libro che nasce da questa idea si intitola “Good Night Stories for Rebel Girls” e contiene 100 storie illustrate da altrettante artiste che raccontano la vita di donne straordinarie eppure normali, reali. La campagna è stata lanciata lo scorso 27 Aprile ma è già ben oltre l’obiettivi inziale, stabilito in 40 mila dollari.

Tra le donne che sono state scelte per il nuovo libro di favole ci sono tra le altre scienziate, sportive, danzatrici, pittrici e astronaute, tutte diverse e tutte con qualcosa in comune, la voglia di arrivare lontano. Da Frida Kahlo alla regina Elisabetta I passando per Serena Williams, ciascuna di loro ha compiuto una grande impresa, ha fatto della propria vita un esempio. A loro oggi ci ispiriamo, con buona pace di Biancaneve e Cenerentola.

donne arabe

Le donne arabe e il contratto di matrimonio

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Un piccolo ma significativo passo è stato compiuto in Arabia Saudita dove le donne solo da poco hanno potuto essere elette nel corso delle votazioni. Adesso potranno avere anche una copia del contratto di matrimonio e dire la propria, un diritto finora precluso e riservato solo agli uomini.

Le discriminazioni esistenti sono ancora tante e si è ancora ben lungi dal raggiungimento della parità, ma passo dopo passo si sta percorrendo una via che, pur irta di ostacoli, sembra condurre nella direzione di un maggiore riconoscimento di diritti basilari delle donne.

Il ministero della Giustizia del paese ha emesso una recente direttiva che permette alle donne di leggere e approvare il contratto di matrimonio prima delle nozze. Considerando che nei paesi arabi i matrimoni sono un affare commerciale tra famiglie prima ancora che una faccenda d’amore, è un passo avanti importante.

Le donne arabe sono così coinvolte direttamente nella stesura del contratto matrimoniale finora di esclusivo appannaggio maschile. Quanto poi questo coinvolgimento sia attivo è tutto da vedere, naturalmente. Le pressioni che le donne subiscono relativamente al matrimonio, deciso e gestito dagli uomini, sono fortissime e radicate.

Grazie a questo nuovo diritto, tuttavia, le donne potranno dimostrare la validità del matrimonio quando necessario, per esempio in caso di eredità, oltre ad una serie di diritti sanciti nel contratto quali per esempio la possibilità di lavorare e mantenersi nel caso in cui la donna rimanga vedova. Un punto importante visto che in Arabia Saudita le donne vedove spesso restano schiave della famiglia del marito in caso di morte di quest’ultimo. Ciò dovrebbe aiutare dunque a risolvere una serie di controversie, se non a garantire effettivamente diritti estesi.

Questa riforma si inserisce in un processo di modernizzazione più ampio che sta interessando la società saudita ma che è comunque gestito dalla monarchia con forti pressioni dell’ortodossia wahhabita e dunque molto lento e limitato ad aree ristrette della società, specialmente per ciò che riguarda le libertà delle donne.

Photo Credits | Kamil Macniak / Shutterstock.com

Il 60% delle donne sono soddisfatte della loro città

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Un’indagine sulle donne e sulle mamme in particolare, ha rivelato che 6 su 10 delle intervistate è soddisfatta delle condizioni di vita della città di residenza. Il gradimento è elevato anche se soltanto il 15% delle madri esprime una estrema soddisfazione.

Problemi di cuore: donne a rischio ma sempre più forti

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L’allarme è relativo alla fragilità dell’apparato cardiovascolatorio del gentil sesso. Non stiamo infatti menzionando i problemi di cuore amori ma i problemi legati alla salute del cuore femminile. Una ricerca riportata da Internazionale riporta l’allarme in primo piano. 

codice rosa al pronto soccorso di terni

Codice Rosa al Pronto Soccorso di Terni per le donne vittime di violenza

codice rosa al pronto soccorso di terni

Nasce il Codice Rosa al Pronto Soccorso di Terni, un nuovo servizio dedicato alle donne vittime di violenza che si rivolgono all’ospedale per ricevere aiuto e sostegno. Si tratta di un’iniziativa realizzata insieme all’associazione Soroptimist international club.

L’associazione, attiva in città, ha partecipato all’allestimento della speciale stanza Codice Rosa dove si accoglieranno le donne vittime di violenza per fornire le prime cure e l’assistenza necessaria, sia medica che legale, in completa privacy e sicurezza.

La creazione di un ambiente protetto è stata considerata necessaria per gestire casi tanto delicati quali quelli della violenza subita da donne che troppo spesso non se la sentono di denunciare o addirittura temono altri abusi nel periodo di attesa al pronto soccorso, sia fisici che psicologici.

Il direttore del pronto soccorso Giorgio Parisi ha spiegato questa scelta parlando della creazione di uno speciale protocollo condiviso dal personale sanitario e dedicato esplicitamente all’assistenza delle donne che si rivolgono al Codice Rosa per ottenere aiuto e prima assistenza.

Gli operatori sono già stati addestrati, con la collaborazione del centro antiviolenza Liberetutte di Terni. Sono dunque già pronti ad intervenire con tempestività ed efficacia, coinvolgendo sia le forze dell’ordine che le strutture di sostegno sul territorio per garantire la massima tutela alle vittime.

È una iniziativa virtuosa che ci piacerebbe vedere anche in altri ospedali in tutta Italia dal momento che spesso è a queste strutture che una donna che ha subito violenza si rivolge in prima battuta. Non sempre però gli ospedali, specialmente gli affollati punti di primo soccorso, sono in grado di gestire casi tanto delicati senza una preparazione specifica e strutture adeguate. Bastano una stanza e, cosa più importante di tutte, attenzione al problema.

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Arzhanova, la donna candidata per Sportaccord: “Collaborare con il CIO è possibile e costruttivo”

anna arzahova

Ieri il CIO e il suo presidente Thomas Bach hanno incontrato le varie sigle presenti alla Convention di Sportaccord, tra cui ARISF (l’associazione delle federazioni sportive internazionali riconosciute) e IWGA (International World Games Association). Incontri programmati per rinsaldare i rapporti con le varie componenti dello sport olimpico e non olimpico. Nel corso di questi incontri sono stati discussi temi di azione comune ed è stata rafforzata la collaborazione con il CIO.

Anna Arzhanova, presidente del CMAS e candidata alla presidenza di Sportaccord, ha dichiarato:

Il mio programma di lavoro in questi giorni ha visto la condivisione di oltre 47.000 sportivi. Il mio lavoro vuole andare incontro proprio a questa esigenza, ovvero rappresentare un collegamento tra il CIO, le federazioni sportive e gli atleti all’interno di quella piattaforma comune che è Sportaccord”. Arzhanova che è anche componente dell’executive board di World Games e del council dell’Arisf: “Sono stati incontri molto importanti perché dimostrano che una collaborazione con il CIO è possibile ed è costruttiva. E la mia candidatura è tesa proprio a favorire e rafforzare questa collaborazione

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