pillola 4 stagioni vantaggi e svantaggi

Pillola 4 stagioni vantaggi e svantaggi

pillola 4 stagioni vantaggi e svantaggi

Abbiamo scoperto le caratteristiche della nuova pillola 4 stagioni che consente di avere il ciclo mestruale solo 4 volte l’anno, abbiamo visto come si usa. Oggi parliamo di vantaggi e svantaggi del rivoluzionario anticoncenzionale che sta facendo molto discutere.

I vantaggi della pillola 4 stagioni

Con il 75% delle donne che soffre di sindomi pre-mestruali di diverse intensità, dai leggeri fastidi a più importanti conseguenze, una pillola che ne riduce gli episodi si presenta come una soluzione molto allettante per tutte.

Ne trarrebbe vantaggio soprattutto la percentuale di donne compresa tra il 20 e il 50% che soffre di sintomi fisici o psicologici più importanti collegati alla comparsa della mestruazione: aumento del peso, gonfiore, stipsi o diarrea, ritenzione idrica, dolori addominali ed emicranie; irritabilità, sbalzi di umore, disturbi del sonno, aumento dell’appetito. Una percentuale più piccola, inferiore al 5%, soffre di disturbi più gravi. È proprio per questa fetta di popolazione femminile che la pillola 4 stagione rappresenta la vera svolta.

Aggiungiamo alla riduzione dei fastidi connessi alla sindrome premestruale anche una maggiore libertà nella vita quotidiana, soprattutto per chi conduce una vita molto attiva e sportiva che può risultare limitata dal ciclo mestruale e dai relativi fastidi fisici e psichici.

Gli svantaggi della pillola 4 stagioni

Non bisogna però dimenticare che la pillola anticoncenzionale è un farmaco ormonale da assumere con cautela e attenzione. Oltre al doveroso controllo medico che precede la prescrizione, infatti, bisogna considerare anche un aspetto psicologico molto importante. Rischia di passare un messaggio distorto decantando le virtù di una pillola che riduce radicalmente la frequenza mestruale.

Questo messaggio è tanto più pericoloso se si rivolge ad una fascia di popolazione femminile molto giovane per cui saltare il ciclo diventa una comodità che relega le mestruazioni ad un mero fastidio da sopprimere. Un corpo privo di mestruazioni è una negazione della natura e conduce ad un atteggiamento culturalmente sbagliato.

Inoltre il ciclo mestruale ha una funzione molto precisa nell’economica dell’organismo e alterarlo o eliminarlo ha delle conseguenze a livello ormonale. È pur vero che si verifica la medesima condizione quando si assume un qualunque altro anticoncezionale. A questo punto non resta che valutare pro e contro e fare la scelta più giusta per sé.

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Zaina Erhaim

Zaina Erhaim, la giornalista che racconta le donne siriane

Zaina Erhaim

Abbiamo parlato spesso del coraggio delle donne che si ribellano ad un sistema patriarcale che le schaccia ma finora non era emersa una figura femminile simbolica del contesto siriano, che da 6 anni è flagellato da una cruenta guerra. Poi è arrivata Zaina Erhaim, candidata al Premio per la Libertà d’Espressione 2016 indetto da Index on Censorship.

Il premio sarà consegnato ad Aprile e Zaina è stata scelta per il suo impegno nella formazione giornalistica di donne che oggi, di fatto, sono la primaria fonte di notizie provenienti dal paese. La giornalista, appena trentenne, coordina progetti giornalistici in Siria per IWPR, l’Istituto di Informazione su Guerra e Pace.

Nata a Idlib, formata in giornalismo a Damasco e specializzata in giornalismo internazionale a Londra, dopo alcuni anni alla BBC è tornata ad Aleppo nel 2013 per seguire il fronte di guerra. Scrive per diverse testate ma soprattutto organizza corsi di formazione per citizen journalists. Ne ha formati circa 100, 30 dei quali sono donne che oggi si occupano di raccogliere e diffondere notizie di prima mano dalle città in guerra.

Tra gli altri lavori realizzati dalla instacabile e coraggiosa Zaina c’è un documentario che racconta le donne ribelli siriane e intitolato proprio Syria’s Rebellious Women. Le protagoniste del filmato sono giovani attiviste che non fuggono dalla guerra ma dedicano la propria vita ad un paese prostrato. In un’intervista al Guardian la Erhaim ha detto:

“Tra 10 anni vorrei che le giovani che cercheranno informazioni in internet su cos’è successo in Siria in questi anni trovassero le prove del ruolo svolto dalle donne. È solo questo il motivo per cui ho girato questo film e per cui tante donne hanno rischiato la loro vita per prendervi parte.”

Il documentario ha richiesto 18 mesi di lavoro per raccogliere le testimonianze di 5 donne che documentano la guerra partecipando in prima linea al soccorso alla popolazione, diventando protagoniste proprio in un paese in cui le donne

“si sentono spesso dimenticate” oppure “sono attaccate per atteggiamenti considerati inaccettabili da una morale sempre più rigida.”

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pillola 4 stagioni come si assume

Pillola 4 stagioni: come si assume

pillola 4 stagioni come si assume

La pillola 4 stagioni è sulla bocca di tutte perché fa gola a molte la possibilità di assumere un anticoncezionale che garantisce la massima performance permettendoci anche di avere il ciclo mestruale solo 4 volte l’anno, ogni tre mesi anziché tutti i mesi.

Dopo aver scoperto come funziona e di cosa si tratta, cerchiamo di capire nel dettaglio come si assume. Essendo un anticoncenzionale che copre un arco di tre mesi, ogni confezione contiene 91 compresse da assumere continuativamente prima di passare alla successiva.

Le 84 pillole di colore rosa contengono gli ormoni femminili levonorgestrel e etinilestradiolo. Le 7 compresse di colore bianco contengono invece minori quantità del solo etinilestradiolo. Il sanguinamento mestruale avverrà nel corso dell’assunzione delle 7 pillole bianche e avrà una durata di circa 3-4 giorni.

La compressa va assunta, come nel caso di altri anticoncezionali orali, ogni giorno ad un orario il più possibile regolare, meglio se sempre alla stessa ora. Si può assumere a stomaco vuoto o pieno senza differenze, sia con un po’ d’acqua per favorire la deglutizione che senza.

La nuova confezione va iniziata immediatamente dopo il termine della prima, senza periodi di sospensione. L’assunzione delle pillole deve osservare l’ordine sul blister, attaccando l’adesivo con i giorni della settimana in modo da sapere in quale giorno si inizia e procedere via via. Così ci si accorgerà se si è saltato una pillola.

Cosa fare se si salta una compressa? Se si dimentica una compressa bianca l’affidabilità contraccettiva non diminuisce. Basta saltare la pillola dimenticata e continuare ad assumere le seguenti all’ora consueta. Se si dimentica una compressa rosa e non sono ancora passate 12 ore, la protezione è garantita, si assume la compressa appena possibile e si continua con le seguenti al solito orario. Se sono passate più di 12 ore la protezione è ridotta e bisogna considerare metodi contraccettivi aggiuntivi quali il preservativo.

Quando iniziare? Chi non ha usato altri contraccettivi ormonali nel mese precedente deve iniziare il primo giorno di mestruazione. Chi ha già assunto un altro contraccettivo invece può iniziare il giorno dopo l’ultima compressa del precedente anticoncezionale. In ogni caso bisogna valutare misure contraccettive aggiuntive per i primi 7 giorni.

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tasse sugli assorbenti

Una petizione online contro le tasse sugli assorbenti

tasse sugli assorbenti

La California si batte per l’abolizione delle tasse sugli assorbenti e molti altri paesi del mondo decidono di affrontare la medesima battaglia: la tassazione eccessiva su prodotti che le donne sono costrette ad utilizzare è da molti considerato uno dei molti risvolti della discriminazione sessuale ancora esistente. Anche in Italia qualcosa si muove.

È attiva su Change.org una petizione contro la tassazione degli assorbenti che chiede un abbattimento dell’IVA dal 22% al 4%. Allo stato attuale gli assorbenti sono tassati come la maggioranza dei prodotti sul mercato mentre andrebbero equiparati a beni essenziali ed essere sottoposti ad una tassazione ridotta dal momento che nessuna donna può fare a meno di usarli per far fronte al ciclo mestruale.

La questione è arrivata anche in Parlamento dove nel mese di Gennaio è stata depositata una proposta di legge promossa da Giuseppe Civati e Beatrice Brignone. La Tampon Tax, così è stata denominata, chiede la riduzione dell’IVA sui prodotti sanitari femminili che comprendono assorbenti e tamponi ma anche coppette e spugne mestruali.

Al netto della facili ironie suscitate sia in Parlamento che sui mezzi di comunicazione, il movimento ha raggiunto una certa importanza. Le petizioni si stanno moltiplicando in molti paesi del mondo e non solo in Europa e la petizione italiana è ad un passo dal suo obiettivo. Mentre scriviamo le firme già raccolte sono quasi 13.000 rispetto all’obiettivo di 15.000 firme totali.

Intanto la questione è andata avanti anche negli Stati Uniti dove Obama ha risposto alle domande della YouTuber Ingrid Nielsen che chiedeva il perché della tassazione degli assorbenti in ben 40 stati americani. Il Presidente ha risposto di non essere in grado di fornire una risposta aggiungendo che “probabilmente è perché sono stati degli uomini a decidere.”

Già paesi quali Canada – dallo scorso 1 Luglio – Nicaragua, Kenya e Nigeria hanno abolito la tazzasione. In Francia l’IVA è stata ridotta dal 20 al 5.5% dietro le pressioni del collettivo femminista Georgette Sand che ha promosso una campagna ad hoc. In Italia, Regno Unito, Germania, California e Australia si sta ancora discutendo la possibilità di intervenire.

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Diritti umani in pericolo, la denuncia di Amnesty

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Il nuovo Rapporto 2015-2016 di Amnesty International lancia un’accusa e un allarme: i diritti umani sono in pericolo in tutto il mondo a causa dell’attacco sistematico non solo ai diritti ma anche alle istituzioni e alle leggi che dovrebbero proteggerli.

Secondo il rapporto i diritti delle persone non solo sono costantemente violati in paesi nei quali la situazione è tristemente nota per non essere idilliaca, ma anche nelle civilissime nazioni occidentali che adottano sempre più spesso misure di sicurezza le cui conseguenze minano alla base le fondamenta stesse delle istutuzioni che dovrebbero garantire i diritti delle persone.

Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, spiega che i diritti umanii sono considerati sempre più spesso con aperto disprezzo da parte di molti governi nazionali in tutto il mondo e continua:

“Milioni di persone stanno patendo enormi sofferenze nelle mani degli stati e dei gruppi armati, mentre i governi non si vergognano di descrivere la protezione dei diritti umani come una minaccia alla sicurezza, alla legge, all’ordine e ai valori nazionali.”

I governi attaccano o depotenziano le istituzioni create per proteggere i diritti umani ignorandone l’operato o riducendo i finanziamenti. In questo modo ad essere minacciati non sono solo i diritti apertamente calpestati ma anche gli strumenti nati per difenderli.

Solo nel 2015 più di 122 paesi hanno praticato maltrattamenti o addirittura la tortura, oltre 30 paesi hanno rifiutato l’accoglienza ai rifugiati ricacciandoli illegalmente nei paesi di provenienza da cui fuggivano perché in situazione di grave pericolo. Almeno 19 paesi hanno commesso crimini di guerra.

Ciò non riguarda solamente i paesi con governi instabili o condizioni ai limiti della guerra, o apertamente in guerra, ma anche nazioni dotate di tutte le misure di tutela dei diritti umani internazionalmente riconosciuti.

Sintomo di ciò è il continuo attacco nei confronti di attivisti, avvocati e associazioni che si occupano della difesa dei diritti umani, con azioni dirette o con politiche atte a sminuirne il lavoro e il valore. In parte questo atteggiamento è una reazione alle minacce alla sicurezza che hanno raggiunto lo scorso anno livelli molto preoccupanti. Continua Shetty:

“La malconcepita reazione di molti governi alle minacce alla sicurezza nazionale si è tradotta in un attacco alla società civile, al diritto alla riservatezza e a quello alla libertà di parola. Siamo di fronte al palese tentativo di rendere i diritti umani parole sporche, di contrapporli alla sicurezza nazionale e ai ‘valori nazionali’. Per far questo, i governi hanno persino violato le loro stesse leggi.”

Amnesty fornisce esempi concreti di quanto affermato parlando del conflitto siriano e delle sue conseguenze sui flussi migratori ma anche di episodi di repressione in Arabia Saudita nei confronti di chi chiede riforme; in Cina verso coloro che chiedono più libertà; in Egitto, dove molte persone vengono detenute senza processo e spesso sono condannate a morte; in Gambia, dove il rifiuto a cooperare con le Nazioni Unite fa il paio con torture, sparizioni forzate e criminalizzazione dell’omosessualità.

Sono solo alcuni dei casi più eclatanti di violazioni dei diritti umani che non risparmiano neanche le nazioni occidentali. Nel Regno Unito vige una costante sorveglianza di massa giustificata con le misure di lotta al terrorismo. In Russia si adotta un sistema repressivo di leggi sulla sicurezza nazionale. In Slovacchia si discriminano pesantemente le popolazioni rom. Negli Stati Uniti è ancora irrisolto il caso del centro di detenzione di Guantanamo.

Amnesty ha lanciato una campagna di sensibilizzazione chiedendo a Roberto Saviano di farsi portavoce di un messaggio importante. Al centro del messaggio c’è il brano Here’s to you di Ennio Morricone e Joan Baez che negli anni Settanta raccontò la storia di Sacco e Vanzetti, condannati a morte ingiustamente. Le ingiustizie sono ancora troppe, ovunque, ed è necessario far sentire la propria voce per dar voce a chi non ha la possibilità di far sentire la sua.

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Aborto clandestino, aumenta fino a 200 volte la multa, è polemica

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Monta la polemica, scoppia l’allarme ma in realtà non è successo niente di speciale. Almeno sulla carta. È passata infatti una norma – i giornali dicono “senza che nessuno se ne accorgesse” – relativa all’aumento della multa per l’aborto clandestino. Proviamo a capire cosa è successo. 

Mamme VS pedofili per le foto della sfida su Facebook, tanto allarme per nulla?

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Le mamme su Facebook, al di là delle catene in cui sono coinvolte per via della comunione della “maternità” con le altre donne amiche, sono sempre lì a postare foto dei figli, magari non facendone intravedere il volto, ma con il desiderio di mostrare i loro gioielli ad amici e parenti, vicini e lontani. Allora perché soltanto adesso scatta l’allarme?