lena dunham

Lena Dunham e la consapevolezza del corpo

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Non sono tante le celebrità che postano sui social media gli scatti dei paparazzi, ma Lena Dunham mostra il suo fisico senza vergogna e ripubblica sul proprio account Instagram alcune foto rubate dai fotografi. La ritraggono in momenti nei quali certo non appare al suo meglio, come su un tappeto rosso o un’occasione pubblica.

Qualche giorno fa la scrittrice e regista della fortunata serie tv Girls ha riproposto ai suoi followers una foto scattata dai paparazzi appostati vicino al set era impegnata a girare una scena di Girls, per l’appunto. Pubblicando l’immagine, la Dunham ha spiegato anche perché ha scelto di farlo.

“Non è da me pubblicare una foto dei paparazzi, ma questo scatto mi riempie di orgoglio. Per tutta la vita ho odiato correre e correvo come un giovane pterodattilo ferito. Durante la stagione finale di Girls ho deciso che Hannah era pronta ad evolversi e così corre e si allena. Mi sono sentita forte, veloce e fiera. È una vera gioia sentirsi sempre più consapevole del proprio corpo e delle sue potenzialità.”

Lena Dunham alias Hannah è fiera di sé, con un corpo che non aderisce ai canoni di bellezza dominanti e che tuttavia non ha mai nascosto. Possiamo raccogliere il messaggio lanciato dall’ennesima donna coraggiosa che non ha nulla da nascondere del proprio corpo, lo esibisce con fierezza e si riconosce in se stessa e non in un ideale distorto imposto dall’esterno.

Al contempo non passa un messaggio che può essere interpretato negativamente, come nel caso della modella plus size che è stata attaccata perché fiera delle proprie curve e del proprio peso over. Qui la burrosa attrice è impegnata in un’attività sportiva di cui sottolinea i vantaggi e che la fa sentire più forte, fiera di sé e connessa con il proprio corpo.

Foo Fighters a Cesena dopo il video dei mille musicisti

foofighters

Il 26 Luglio circa mille musicisti, diretti dal maestro Marco Sabiu, si sono ritrovati vicino Cesena per suonare Learn to fly, celebre canzone dei Foo Fighters.

Nel maggio 2014, un gruppo di ragazzi di Cesena aveva ideato il progetto “Rockin’1000″ con l’obiettivo di convincere i Foo Fighters a suonare nella loro città. Per la realizzazione dell’evento è stato aperto un crowdfunding e tutti i mille partecipanti l’hanno realizzato gratuitamente.

Dopo aver raggiunto tre milioni di visualizzazioni in un solo giorno, il video è stato notato dalla band americana che non ha tardato a condividerlo su twitter e ad accettare l’invito. Infine, lo scorso venerdì 31 luglio, Dave Grohl ha pubblicato sul proprio account di Facebook un video di ringraziamento in italiano per tutte le persone che hanno partecipato al videoclip.

Rockin’1000

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=JozAmXo2bDE]

Il video in italiano di Dave Grohl
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=qD35ASXHmsU]

Foto |  Greg Jannacone x Shutterstock

bambole marvel

Crea per la figlia le bambole Marvel al femminile che non esistono

bambole marvel

Perché esistono le bambole Marvel di tutti i personaggi maschili, che fanno parte del marchandising ufficiale, ma non si trovano facilmente, o affatto, quelli femminili? È quello che si sono chiesti in tanti e c’è chi fa da sé, che notoriamente fa per tre e con l’aiuto dei social media riesce anche a far arrivare lontano il suo messaggio.

Rebecca Millar è una mamma australiana che ha scoperto quanto sia difficile trovare per la sua bambina Abigal le bambole dei personaggi femminili della Marvel. E allora che fare? Farselo da sola, naturalmente.

Sua figlia, spiega, adora gli Avengers e la sua eroina preferita è Black Widow che ha preso il posto delle solite bambole tipo Barbie. La bimba possiede già gli altri personaggi della storia ma l’unica Black Widow disponibile online era troppo cara. Allora la mamma ha modificato una bambola qualunque, dipingendola a mano con i tratti caratteristici del personaggio.

Dopo questa esperienza la cosa è andata avanti fino a creare una trentina di Geek Grrl Dolls, così le ha chiamate, ispirandosi a molti personaggi femminili che fanno parte tradizionalmente dell’immaginario associato ai bambini piuttosto che alle bambine. Facebook ha fatto il resto, creando un certo chiasso mediatico intorno all’iniziativa.

Viene automatico scomodare la sempre molto chiacchierata teoria gender, ma non solo Tra gli applausi per l’iniziativa ci sono state anche parecchie polemiche, legate soprattutto alla rappresentazione del corpo femminile perché la Millar si limita a dipingere le bambole “nude” anziché vestirle di tutto punto (“sono terribile nel cucito” dice). Intanto il messaggio è passato e sta facendo chiacchierare la Rete. È già un risultato anche questo.

Photo Credits | Facebook

legge sull’aborto in Portogallo

La legge sull’aborto in Portogallo si inasprisce

legge sull’aborto in Portogallo

Per ogni passo avanti che si compie a proposito della legge sull’aborto, sembra di doversi rassegnare a farne almeno altri due indietro. È quanto ci induce a pensare una novità che arriva da Portogallo dove si torna indietro anziché procedere in avanti. È ancora lunga la strada della regolamentazione di un diritto che molti paesi hanno riconosciuto ormai da decenni ma che sembra di dover costantemente difendere.

Il Portogallo infatti ha appena inasprito le norme che regolano la legge sull’aborto sottoponendo le donne che esercitano il diritto di interrompere la gravidanza ad inutili umiliazioni e addirittura al pagamento delle spese mediche.

Lo scorso mercoledì il governo ha sostenuto l’introduzione di un costo per le donne che vogliono praticare l’aborto. Inoltre viene loro richiesto anche di sottoporsi ad una serie di esami psicologici prima di poter avviare la procedura.

Il parlamento si è infiammato durante le discussioni, anche per via dell’interruzione di un gruppo di attiviste per i diritti delle donne che al grido di “vergogna, vergogna!” ha fatto sentire la propria voce.

Chi sostiene le nuove norme ritiene che queste procedure servono non a negare il diritto all’aborto ma a migliorare le condizioni nelle quali le donne si trovano a prendere una decisione così difficile. Chi è contrario invece parla di inutili umiliazioni e di ostacoli lungo un percorso che dovrebbe essere una conquista ormai sancita e garantita dalla legge.

L’aborto resta indubbiamente una questione controversa, soprattutto in paesi dalla forte impronta cattolica come il Portogallo. In questo paese la legge è stata approvata per referendum nel 2007, sancendo il diritto della donna di abortire con il supporto medico e a spese delle Stato entro 10 settimane dall’inizio della gravidanza.

Prima di allora, le donne portoghesi andavano incontro addirittura prigione fino a 3 anni in caso di aboroto, salvo nei casi di stupro o di pericolo per la salute della madre o del feto. A che pro dunque l’introduzione di nuovi ostacoli che sembrano tanto oscurantisti quanto contrari alla legge vigente?

Photo Credits | Erce / Shutterstock.com

Jennifer Lopez, 10 best videos dell’artista americana

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Cantautrice, attrice, ballerina, modella, produttrice discografica, televisiva, cinematografica, stilista, imprenditrice, produttrice di profumi, coreografa, scrittrice e politica statunitense. Jennifer Lopez è tutto questo e non c’è da stupirsi che sia considerata la più influente attrice ispanica d’America, secondo la lista dei “100 Ispanici più influenti” della rivista People.

Lo scorso 24 Luglio, Jenny from the Block ha compiuto quarantasei anni e a vederla sembra la stessa ragazza vestita di bianco che nel 1999 incantò il mondo con il singolo If you had my love. Con un lieve ritardo, ho selezionato i 10 best videos della sua carriera per celebrare il compleanno di una delle artiste più popolari di sempre.

1. If you had my love

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=lYfkl-HXfuU]

2. Waiting for tonight

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=_66jPJVS4JE]

3. Love don’t cost a thing

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=4kGvlESGvbs]

4. I’m real

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Sjx9oSJDAVQ]

5. Jenny from the block

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=dly6p4Fu5TE]

6. I’m glad

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=pms9PrL67Gw]

7. Get right

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=1WIsnC-h1d0]

8. Do it well

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=5dnTLx4XQDI]

9. I’m into you

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=IgLcQmlN2Xg]

10. I luh ya papi

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=c4oiEhf9M04]

spot contro la disparità del salario delle donne

Uno spot contro la disparità del salario delle donne

spot contro la disparità del salario delle donne

Uno spot contro la disparità del salario delle donne basterà a cambiare come stanno le cose sul mercato del lavoro italiano? Forse no, ma lancia un messaggio importante. Se essere una donna può essere complicato e persino pericoloso in molti paesi del mondo, anche in Italia può essere ancora difficile.

Nonostante le conquiste femminili siano state tante, la parità a tutti gli effetti è ancora un miraggio lontano in molti campi, primo fra tutti il lavoro. Ecco perché è stato ideato uno spot che che intende sensibilizzare sull’argomento.

Il messaggio è esplicito e arriva alla fine della Pubblicità Progresso ideata per le reti televisive nazionali: “Punto su di te. Per superare i pregiudizi sulle donne.” e “Essere donna è un mestiere complicato. Diamogli il giusto valore.” Lo scopo è riconoscere alle donne un valore che il mondo del lavoro troppo spesso nega loro.

Lo dimostra con tutta evidenza e molta amarezza la telecamera nascosta durante un colloquio di lavoro per la stessa posizione. L’uomo e la donna – che sono la medesima persona opportunamente truccata –sostengono il colloquio dimostrando di avere i medesimi requisiti e avanzando la stessa richiesta economica, che nel caso della donna viene considerata troppo alta.

salario donne

Lo spot è accompagnato da una campagna stampa con l’immagine di una donna che tiene in mano una banconota da 10 euro del valore di 7 euro. In una sola foto si sintetizza una desolante verità: il salario femminile, rispetto al medesimo ruolo affidato ad un uomo, è inferiore fino al 30%.

Questa disparità getta luce su quanta strada ancora sia necessaria percorrere per arrivare al riconoscimento di un diritto che viene sancito solo sulla carta e celebrato da tante belle parole ma che poi, nei fatti, resta immutato.

È una questione che fa il paio con l’altra, strettamente correlata al mondo del lavoro femminile, che riguarda la maternità. Il congedo di maternità è indubbiamente un costo per l’azienda ma nel contempo si tratta di un diritto regolato dalla legge che molte aziende sperano di aggirare preferendo assumere uomini in luogo delle donne. Un dato allarmante fa riflettere: 1 donna su 4 in Italia è indotta a lasciare il lavoro dopo il primo figlio.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=6vOJIenX-Yo]

modella plus size tess holliday

La modella plus size Tess Holliday risponde alle critiche

modella plus size tess holliday

Una valanga di critiche alla modella plus size Tess Holliday non sono servite che a provocare una pronta risposta da parte sua che ha messo a tacere tutte le polemiche con eleganza e garbo.

Lei è la modella che Vogue Italia ha definito la migliore della categoria curvy ed è curvy per davvero, perché non porta la 42 – una taglia che da troppi viene già considerata al limite dei canoni di bellezza condivisi e imposti dalla società (o forse è meglio dire dalla pubblicità).

Sulla Rete più di un hater l’ha criticata, accusandola di far passare un messaggio altrettanto negativo di quello delle modelle troppo magre: grasso non può essere bello perché non è sano, dice qualcuno, ma con toni molto meno educati di così. Aggiungendo un accenno non troppo vago ai costi della sanità per la cura dell’obesità.

Fin qui, ma ricorrendo a modi più cortesi, si può condividere il succo del discorso. È anche vero che è sempre troppo facile cadere negli eccessi: non è sano essere troppo magre come non è sano avere troppi chili di troppo, perché ciò influisce sulla salute ben prima e ben più che sull’aspetto estetico.

Il problema, come sempre, è che online si fa presto ad esagerare, protetti da un monitor. Gli insulti veri e propri si sono sprecati, con toni molto feroci e nessuna sensibilità. Tess però ha risposto da vera signora:

“Cari critici: prendere in giro il mio corpo non vi renderà persone migliori. Non riempirà mai il vuoto che sentite dentro di voi né i problemi che avete con la vostra immagine riflessa nello specchio. Il problema vero non è che io sono grassa, o che io porti la taglia che porto, è invece che voi siete spaventati di vedere qualcuno che è felice E grasso. Non ho bisogno di essere “aggiustata” perché non sono io ad essere rotta. La storia ha dimostrato che l’odio non è mai la risposta… Chiudete la vostra bocca e aprite il vostro cuore.”

Ci scappa un applauso, ma anche una riflessione. Perché ci spaventa, o se non altro ci destabilizza, vedere che qualcuno è in grado di accettarsi e di fare un punto di forza di ciò che per molti è solo un difetto? Per fortuna esistono persone come Tess che sanno, con gentilezza e serenità, farci vedere che si può essere non solo contente di se stesse ma anche felici e bellissime pur senza aderire alle tendenze dominanti.

Photo Credits | Instagram/Tess Holliday

donne che allattano in pubblico

Donne che allattano in pubblico: Target le incoraggia

donne che allattano in pubblico

Target è una catena di grandi magazzini americani che ha appena cambiato la propria politica aziendale riguardo alle donne che allattano in pubblico. È una notizia importante perché arriva dopo la figuraccia che nel 2011 aveva condotto ad una protesta su larga scala.

L’episodio riguardava una mamma che allattava il suo bambino mentre si trovava in uno dei negozi Target: era stata allontanata perché il suo comportamento era stato giudicato inappropriato. È passato del tempo, forse troppo, ma le cose sono finalmente cambiate, almeno nei negozi del colosso americano.

Oggi allattare da Target non solo è tollerato ma è anche incoraggiato. I dipendenti sono invitati ad offrire aiuto alle donne che devono allattare il proprio bambino, sia che desiderino farlo in uno spazio privato – messo a disposizione di tutte le mamme – sia che decidano di farlo in pubblico, in qualunque area del negozio.

La notizia arriva dal gruppo Facebook Breastfeeding Mama Talk sul quale viene riportato un recente episodio che ha visto come protagonista una mamma che allattava il suo bambino nel reparto uomo, dove si trovava insieme al marito.

Mentre la neomamma allattava, un’alta donna si è lamentata con un dipendente perché trovava del tutto inadeguato l’allattamento pubblico. Il responsabile del negozio è intervenuto spiegando alla signora allarmata che Target non solo consente ma incoraggia le mamme ad allattare il proprio bambino ovunque ritenga di poterlo fare comodamente.

I commenti di approvazione e plauso sono stati numerosi riguardo all’importante segnale positivo che lancia la grande catena americana. L’allattamento in pubblico, purtroppo, pur essendo un gesto del tutto naturale viene spesso ancora vissuto con fastidio dalle persone che assistono a questo momento intimo tra una mamma e il suo bambino.

Photo Credits | Pressmaster / Shutterstock.com