Morto Elio Fiorucci, addio allo stilista milanese

'Candyland' By Elio Fiorucci & Love Therapy - Show Party

Il rinomato stilista Elio Fiorucci è stato trovato morto questa mattina, lunedì 20 luglio 2015, all’interno della sua abitazione di viale Vittorio Veneto 8, a Milano dalla sua assistente familiare. Il designer aveva compiuto 80 anni lo scorso 10 giugno.

belly slot emily ratajkowski

Il belly slot è la nuova moda social dell’estate 2015

belly slot emily ratajkowski

Una moda dopo l’altra si rischia di ritrovarsi conciate come pagliacci con labbra giganti, ustionate con la sunburn art, gravemente denutrite e così via: la nuova moda social dell’estate 2015 si chiama belly slot e sta facendo molto parlare di sé.

Negli ultimi giorni è uno degli argomenti di conversazione social più caldo, ma se ne discute per lo più in negativo perché quello che nasce come un gioco fa letteralmente inorridire chi si preoccupa delle possibili derive di questa proposta beauty non proprio sana.

Il belly slot è letteralmente il solco verticale sulla pancia tonica e scolpita oppure semplicemente troppo magra, secondo i casi. Appena poche settimane fa si erano levate grida di stupore nel vedere la pancia di Anna Tatangelo che sembrava solcata da una terribile cicatrice. In verità era solo il suo belly slot che una foto impietosa aveva fatto apparire come un segno di ben altra natura.

Con la prova costume che è diventato lo spauracchio femminile di ogni estate e un pubblico di adolescenti (ma anche donne fatte e finite) insoddisfatte del proprio corpo, il belly slot può rivelarsi non solo l’ultima folle moda di stagione ma anche un obiettivo pericoloso.

La diffusione sui social è stata tanto rapida quanto inevitabile, essendo ormai il mezzo più utilizzato e anche il più potente attraverso sui si spargono e vengono raccolte le tendenze di tutti i tipi. A lanciare il trend è stata la modella Emily Ratajkowski, a riprenderlo decine di ragazze.

La domanda è sempre la stessa: vale la pena sottoporsi ad estenuanti diete dimagranti, o peggio a pericolosi digiuni, per qualche Like sulla foto pubblicata dalle vacanze al mare? La risposta è sempre quella, decisa ma mai troppo ripetuta: no, decisamente no.

Photo Credits | Screenshoot da Instagram

Contributo Inps per donne senza lavoro dal 1 luglio, come funziona

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Le aziende che vogliono assumere donne di qualsiasi età che senza lavoro regolarmente retribuito da almeno sei mesi, potranno accedere di nuovo all’incentivo INPS a patto che risiedano in una delle zone indicate come svantaggiate. Ecco come funziona il contributo. 

nuova principessa disney

La nuova principessa Disney è un principe

nuova principessa disney

La nuova principessa Disney è un principe e subito pensiamo, un po’ sorprese e un po’ compiaciute, che probabilmente il colosso dei cartoni animati si stia aprendo al futuro. In realtà no, non ancora e non del tutto.

In verità il protagonista del nuovo film attualmente in lavorazione parlerà di un personaggio molto classico, anche se generalmente relegato ad un ruolo secondario benché importante: sarà il Principe Azzurro a raccontare la storia che conosciamo tutti ma da una prospettiva diversa rispetto a quella della principessa.

Le prime notizie parlano di versione revisionista della fiaba, un po’ com’è accaduto nel caso di Maleficent che dava una lettura molto diversa della Bella Addormentata nel Bosco. Non mancheranno le polemiche dei puristi che non ammettono ritocchi alle fiabe eppure questa spinta verso una modernizzazione del punto di vista non ci dispiace. Anzi ci allieta perché, pur con tutto il buonismo di cui è capace la Disney, arricchisce il dibattito sulla ormai onnipresente teoria del gender e sulla mai abbastanza raggiunta parità dei sessi.

Che sia finito il dominio delle principesse classiche? Ne sentiremmo molto la mancanza, lo ammettiamo, ma saremmo comunque contente di scoprire nuove prospettive, più moderne e aperte alla realtà. Le fiabe, in fondo, non raccontano la realtà in forma di archetipo? Forse è ancora presto per vedere sugli schermi Disney un protagonista transgender ma chissà che piano piano non si arrivi anche a quello.

Tornando al film. Le riviste specializzate come Variety hanno diffuso qualche indiscrezione in anteprima parlando di una commedia scritta da Matt Forgel e focalizzata sul Principe Azzurro e su suo fratello, il brutto anatroccolo della situazione. Inoltre non si tratterà di un film di animazione ma di una produzione in live action che segue l’esperienza di Maleficent e quella di Cinderella. Staremo a vedere…

Photo Credits | enchanted_fairy / Shutterstock.com

sunburnart

#SunburnArt, quando scottarsi al sole fa tendenza

#SunburnArt

#SunburnArt è il nuovo trend che spopola sui social network e sulle spiagge dell’estate 2015. Suscita anche non poche polemiche per la pericolosità di questo nuovo gioco di cui purtroppo non sempre si comprendono le possibili conseguenze. Di cosa si tratta? Di tatuaggi di sole, letteralmente creati attraverso una scottatura.

Chi pratica la cosiddetta sunburn art si spalma una crema solare a protezione altissima o con schermo fisico totale solo su una porzione di pelle, ricreando una scritta oppure un disegno. Il resto della pelle resta esposta al sole senza protezione. La differenza di abbronzatura tra le parte protetta e quella non protetta determina l’apparire del tatuaggio.

Subito è partito l’allarme perché l’esposizione ai raggi UV senza un’adeguata protezione espone al rischio di tumori della pelle, addirittura fino all’80% in più rispetto a chi si protegge con un fattore alto e le possibilità raddoppiano nel caso di persone che hanno già subito delle scottature. Per non parlare dell’invecchiamento precoce della pelle che i raggi UV, com’è noto, danneggiano.

La Skin Cancer Foundation ha avvisato che procurarsi una scottattura non può e non deve essere un gioco da prendere alla leggera per i seri danni che si possono provocare sia a breve che a lungo termine. Quelli a lungo termine, che non vediamo nell’imediatezza, sono ben più seri e gravi di un po’ di pelle che si stacca sotto la doccia e di quella sgradevole sensazione di bruciore nei giorni seguenti la bravata.

La diffusione del tag sta facendo il suo consueto corso sui social network ma contemporaneamente da più parti si levano proteste e avvertimenti. Ma davvero vale la pena rischiare la salute per sfoggiare la tendenza dell’estate? La risposta è un deciso no.

stupro

Se lo stupro è colpa della vittima

stupro

Sogniamo un mondo in cui la parità dei sessi e il rispetto per le donne sia qualcosa di realizzato ma poi apriamo gli occhi sulla realtà e sappiamo di essere ancora molto lontani da tutto questo: violenza e stupro sono all’ordine del giorno, la negazione dei diritti in tutti gli ambiti della vita schiaccia migliaia di donne.

Chi crede ad una giustizia divina che trascende quella degli uomini riceverà forse un magro conforto ma resterà parimenti basito dalla notizia della sentenza che ha prosciolto gli stupatori di una ragazza emiliana abusata da un gruppo di coetanei. Secondo la sentenza la ragazza non si è difesa, non ha reagito e ha subito passivamente la violenza. Per la legge dunque i suoi violentatori non sono accusabili perché possono aver frainteso l’atteggiamento della ragazza per un consenso al rapporto sessuale. In pratica non ci sono le prove che non volesse.

Avrebbe potuto dire di no, sembra suggerire atrocemente la sentenza. Come se bastasse dire di no davanti ad un gruppo di uomini che ti usa violenza. Avrebbe dovuto graffiarli, strappare loro gli abiti, procurarsi e procurare contusioni che potessero dimostrare che no, non voleva. Non avrebbe dovuto restare pietrificata dal terrore, incapace di reagire per la paura e anche per via dell’alcol di cui tutti avevano abusato quella sera. La colpa dello stupro, alla fine, è della vittima e non del carnefice.

È solo una delle molte, troppe notizie simili che ogni giorno arrivano a bombardarci per farci sentire non solo vittime ma anche responsabili della violenza che subiamo. È colpa tua se alzi il gomito, se metti una minigonna, se flirti con un ragazzo che ti piace, se ti diverti come tutti gli altri ad una festa con l’incoscienza dei tuoi 16 anni – ma anche solo se cammini per strada a tarda sera, ché se non uscivi era meglio e non te la cercavi.

Sono tutti comportamenti che non rappresentano una corresposabilità nello stupro, che non danno a nessuno il diritto di alzare un dito su di te, di esercitare un potere su di te, di usarti a piacimento. Ma che vengono tuttavia sempre più spesso usati come tali sia dai responsabili dello stupro, sia da chi poi lo racconta sui media.

Questo è quanto sembrano suggerire, veletamente ma neanche così tanto, giornali e opinionisti: se l’è cercata. È una sentenza morale che ci inchioda molto più di una mancata sentenza giuridica e che al tempo stesso condanna al fallimento tutte le campagne di sensibilizzazione e di educazione sulla prevenzione degli stupri.

La prevenzione dello stupro non deve essere rivolta alle donne suggerendo loro di adottare comportamenti più prudenti o addirittura di evitare decine di occasioni (normalissime) per non esporsi al pericolo. La prevenzione al contrario deve essere rivolta agli uomini, a chi è convinto di avere dei diritti sulle donne e un potere su di loro e di poterli esercitare a propria discrezione. Quello che serve è una rigorosa educazione al rispetto.

La motivazione della sentenza è dolorosa:

“Se è vero che il comportamento passivo della vittima e il fatto che scivolasse nella doccia avrebbero dovuto indurli a sospettare che la stessa avesse perso la lucidità necessaria per presentare un valido consenso all’atto sessuale è altrettanto vero che l’assenza di azioni di respingimento e di invocazioni di aiuto avrebbero potuto ingenerare la convinzione che la 16enne fosse consenziente.”

È dolorosa per tutte le donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e sottoporsi all’infinita trafila di perizie e verifiche, sospetti e ingiurie. Lo è anche per tutte quelle, molte di più, che non hanno avuto la forza di farlo e che restano a macerarsi per tutta la vita nel dubbio che forse, in fondo, sì, dev’essere stata anche un po’ colpa loro.

Photo Credits | ChameleonsEye / Shutterstock.com

Em Ford e il video You look disgusting contro gli insulti web

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Em Ford è la fondatrice di My Pale Skin,  beauty blog di successo con milioni di visualizzazioni youtube. Da qualche giorno, però, Em è tra gli argomenti più discussi del web. Motivo? Qualche mese fa, ha deciso di presentarsi in video senza trucco e di mostrare difetti e brufoli del viso. Ma non le bastava fermarsi ad una dichiarazione. Ha continuato la grande battaglia all’ipocrisia, postando tutorial di trucco anti-macchie per le numerose richieste di aiuto che aveva ricevuto.

A questo punto, però, è uscita allo scoperto la doppia faccia della rete: pioggia di insulti – oltre 100.000 commenti offensivi come “Non posso nemmeno guardarti” o “Sei disgustosa” –  che l’hanno portata a denunciare le discriminazioni attraverso un video intitolato You look disgusting. La blogger ha, infatti, postato una clip per spiegare il dolore provato ed incoraggiare le donne con acne a non sentirsi a disagio, imparando ad accettare ed amare se stesse.

 You look disgusting ha già superato i due milioni di views.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=WWTRwj9t-vU]

Foto | video You look disgusting

 

Rihanna festeggia 100 milioni di copie vendute con l’uscita di BBHMM

rihanna_BBHMM

Le certificazioni oro e platino ci permettono di celebrare i successi ottenuti dagli artisti nel mercato. Sono circa sessant’anni che consegniamo premi agli artisti, ma solo raramente ci troviamo di fronte a casi come quello di Rihanna. Le vogliamo fare i nostri complimenti! Non solo perché ha superato la soglia dei 100 milioni di copie vendute, ma anche perché è stata la prima a farlo. Si tratta di un importante atto nella storia del mercato discografico e un incredibile riconoscimento per la sua carriera straordinaria, questo il commento della Recording Industry Association of America (RIAA, equivalente della nostrana FIMI) che ha annunciato a Riri il superamento della soglia dei 100 milioni di copie vendute con i suoi singoli, conquistando il primato assoluto.

Un motivo in più per festeggiare l’uscita del video Bitch Better Have My Money che vede la cantante delle Barbados nella doppia veste di regista – insieme il collettivo Mega-force-  e attrice. Con quasi 10 milioni di views in poche ore, BBHMM ha conquistato fan e pubblico di tutto il mondo con sette minuti di adrenalina pura. Tra rapimenti, nudo, violenze e party, Rihanna strizza l’occhio a Tarantino, Rodriguez & co. senza mai dimenticare quel tocco glamour che l’ha sempre contraddistinta. Menzione speciale per  Mads Mikkelsen (Hannibal, Il sospetto), uno degli attori più interessanti del panorama cinematografico internazionale.

Cresce così l’attesa per il nuovo album che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe chiamarsi Wildflower.

Di seguito il video:
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=B3eAMGXFw1o&w=640&h=340]

Foto | BBHMM ‘s video