Umberto Eco e i social che “hanno dato la parola a legioni di imbecilli”

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I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità. […] La carta stampata non sparirà, sono fedele a Hegel, che diceva che la lettura del giornale è la preghiera quotidiana dell’uomo moderno. Si tornerà all’informazione cartacea queste le dichiarazioni di Umberto Eco rimbalzate su tutti i siti e social network, generando numerose polemiche e condivisioni.

Eco attacca internet e lo fa durante l’ incontro con i giornalisti nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino (stesso ateneo dove si laureò in Filosofia nel 1954) in occasione della laurea honoris causa in ‘Comunicazione e Cultura dei media’ ricevuta con la seguente motivazione “ha arricchito la cultura italiana e internazionale nei campi della filosofia, dell’analisi della società contemporanea e della letteratura, ha rinnovato profondamente lo studio della comunicazione e della semiotica“.  La cerimonia si è conclusa con la sua lectio magistralis  dedicata alla sindrome del complotto, tema caro e presente anche in Numero Zero, il suo ultimo libro.

Una dichiarazione amara quella dello scrittore che ci fa riflettere sul fenomeno dell’ opinionismo esasperato. Quello che conta, però, è non dimenticare mai che le legioni di imbecilli sono pur sempre innocue se ignorate.

Foto | Copyright: caranto x Shutterstock

Legge sull’aborto in Irlanda

Legge sull’aborto in Irlanda: Amnesty chiede un cambiamento

Legge sull’aborto in Irlanda

Amnesty International lancia un appello e una campagna contro la vigente legge sull’aborto in Irlanda: il verde paese del Nord Europa ha legalizzato i matrimoni omosessuali dimostrando una lodevole apertura della società ma c’è ancora molto da fare.

La legge attuale infatti prevede la possibilità di intervento solo nel caso in cui la vita della donna sia chiaramente a rischio e questa rigida restrizione costringe molto donne e ragazze che vogliono (o in molti casi devono) esercitare il diritto di scegliere sono costrette a rivolgersi all’estero. O, peggio, a soluzioni che mettono a rischio la salute e richiedono un alto costo, non solo economico ma anche fisico ed emotivo.

La legge sull’aborto in Irlanda è strutturata in modo da dare la precedenza al feto, lo stabilisce un emendamento costituzionale che risale al 1983. Il feto viene preservato violando tutti i diritti delle donne che vengono considerati secondo Amnesty meri “recipienti” e trattate come criminali se chiedono assistenza medica per l’aborto.

In Irlanda l’interruzione di gravidanza è vietata nei casi di stupro o danni gravi al feto e i medici che forniscono alle donne informazioni sull’aborto sono passibili di multa. Di conseguenza molte donne evitano proprio di rivolgersi al medico.

Stando al rapporto pubblicato il 9 Giugno dall’associazione internazionale che denuncia la situazione, molte ragazze sono state costrette a tenere in grembo un feto morto per aborto spontaneo prima che la legge consentisse ai medici di procedere.

Una legge così restrittiva impone ai medici di muoversi tra strettoie sia legali che etiche che mettono in pericolo la vita stessa delle donne. A meno che non decidano di recarsi all’estero per sottrarsi ad una legge che non offre la garanzia di scelta che molti altri paesi assicurano da anni ma soprattutto non tutela la loro salute.

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Espianto delle ovaie a 13 anni, a 27 diventa mamma

espianto delle ovaie

Per la prima volta un espianto delle ovaie durante la pubertà, poi reimpiantato a distanza di tempo in età adulta. ha permesso ad una donna di avere un bambino contro ogni previsione iniziale. La donna infatti era malata sin dall’infanzia e le cure a cui avrebbe dovuto sottoporsi avrebbero azzerato la sua capacità di riprodursi.

La ragazza protagonista della bella storia è stata sottoposta a espianto all’età di soli 13 anni con la speranza di poter riutilizzare l’ovaia in età adulta. Una delle ovaie dunque è stata parzialmente rimossa e congelata mentre la ragazza, affetta da una anemia drepanocitica, si sottoponeva alle cure previste passando attraverso un trapianto di midollo e la chemioterapia, un trattamento che rischia di danneggiare irrimediabilmente ovaie e fertilità.

Dieci anni dopo l’ovaia è stata reimpiantata e la ragazza ha ricominciato a ovulare riuscendo a restare incinta e a diventare mamma a 27 anni. La notizia arriva dal Belgio, dove un team di medici ha effettuato l’espianto e poi il reimpianto dell’ovaia pubblicando i risultati dello studio sulla rivista scientifica Human Reproduction.

È la prima volta che un intervento simile ha successo perché è anche il primo caso di espianto in età così giovane, appena dopo l’ingresso nella pubertà. Altre donne infatti hanno subito l’espianto e poi il reimpianto di parti di un’ovaia, restando incinte e portando a compimento una gravidanza, ma in età più avanzata.

I medici credono di poter anticipare ancora l’operazione, effettuandola anche su bambine che non sono ancora entrate in pubertà e minimizzando ulteriormente il rischio di danneggiamento delle ovaie in caso di patologie o terapie aggressive.

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barbie dice addio ai tacchi

Barbie dice addio ai tacchi e indossa scarpe basse

barbie dice addio ai tacchi

Ha 56 anni suonati ma non una ruga né un cedimento fisico, figuriamoci nello stile, eppure comincia a dimostrare una certa insofferenza per i tacchi alti, sui quali ha vissuto praticamente tutta la sua vita. Parliamo della più celebre bambola bionda del mondo: Barbie dice addio ai tacchi e sceglie scarpe rasoterra, dalle sneakers alle ballerine passando per i sandali flat e gli stivaletti bassi.

La bambola simbolo della Mattel e della nostra infanzia viene riproposta in chiave rinnovata. La nuova linea si chiama Fashionista, è pronta al lancio e ha cambiato la struttura della caviglia di Barbie per cambiarne anche le scarpe.

Fin qui era stata pensata per indossare sempre e soltanto le scarpe con il tacco, oggi è stata ripensata in modo da diventare snodabile e quindi poter indossare anche scarpe basse, passando con nonchalance dalle une alle altre. Ché ai tacchi non si rinuncia certo per sempre, intendiamoci. Ma ci sono momenti in cui una donna, anche se è di plastica, ha un gran bisogno di comodità.

Un cambiamento epocale che è segno dei tempi ma anche la fine di un mito, per quanto resterà ancora possibile vestire l’eroina di molte generazioni con le deliziose scarpe alte che ne hanno sempre accompagnato lo stile.

Addirittura diversi designer, tra cui Christian Louboutin, negli anni hanno disegnato scarpe esclusive per Barbie. Rinunciarvi sarebbe impossibile. D’altro canto il ritorno di sneakers e scarpe sportive tra le tendenze del momento rende obbligatorio adeguarsi al trend anche per la bambola che è da sempre simbolo di stile.

La nuova collezione prevede una varietà non solo nell’abbigliamento ma anche nell’aspetto fisico della bambola: 8 colori di pelle, 23 colori di capelli, 22 diverse acconciature, 14 visi e addirittura 18 colori diversi per gli occhi. Un altro sintomo di cambiamento che vuole avvicinarsi alle donne rappresentandone le diversità.

Photo Credits | Mattel

Il cielo nelle stanze, la rassegna letteraria del Policlinico Gemelli

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“Il cielo nelle stanze” è questo il nome del ciclo di incontri letterari organizzato dal Policlinico Agostino Gemelli di Roma. La rassegna, curata dal giornalista Luciano Onder in collaborazione con il Centro di Ateneo per la Vita dell’Università Cattolica, è l’occasione per conoscere i più importanti scrittori italiani attraverso i loro racconti. L’iniziativa è dedicata a tutti gli abitanti del Gemelli, le migliaia di persone che ogni giorno attraversano i corridoi dell’ospedale: medici, studenti, personale ospedaliero ma soprattutto donne, uomini e bambini che hanno bisogno di cure.

Non sempre i pazienti- abitanti possono spostarsi dalle stanze ed è proprio per questo che, pur svolgendosi fisicamente nella hall dell’ospedale, ogni incontro è trasmesso in tutti i reparti di degenza grazie ad un’apposita diffusione tv a circuito chiuso.

La rassegna, inaugurata nel novembre 2010, è condotta dallo stesso curatore, il giornalista Luciano Onder. Negli anni sono seguiti numerosi appuntamenti con un unico e solo obiettivo: donare un pezzetto di cielo a chi, in un determinato periodo della vita, è costretto a vivere tra ombre e luci artificiali.

Per saperne di più, visita il sito policlinogemelli

Foto | Policlinico Gemelli

 

Donne, più belle se non c’è cortisolo

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Qual è il segreto per avere un viso attraente e rilassato? Secondo uno studio condotto dall’Università di Turku e pubblicato sulla rivista della Royal Society, il segreto è nel cortisolo. Una scarsa presenza di quest’ ormone ci permette di avere un viso più bello, oltre a renderci più fertili.

Il dottore Markus Rantala, che ha diretto la ricerca e principale autore dello studio, ha commentato così il risultato: «E’ interessante notare che l’attrattiva del viso è stata correlata negativamente con i livelli nel sangue dell’ormone dello stress cortisolo, suggerendo che questo riduce attrattiva nelle donne. Ciò supporta i risultati di precedenti studi sui volti maschili che mostrano il cortisolo essere inversamente proporzionale alla attrattività del viso. Ciò è stato interpretato come un mediatore di condizione dipendente dagli indizi sul volto come per esempio la salute, o come segnale della capacità di far fronte ai fattori di stress».

Quindi, il vero segreto di bellezza sarebbe custodito nella filosofia del “no stress”. Bisognerebbe allontanare, per quanto possibile, ogni causa di stress per evitare affaticamento e turbamenti emotivi. Mettendoci al riparo dalla produzione di cortisolo, potremmo addirittura essere più attraenti.

Fonte | La Stampa

Foto | 2M media X Shutterstock

Jennifer Lopez canta a Rabat, scandalo tra gli islamisti

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Rabat è una città africana, che negli ultimi anni si è guadagnata l’appellativo di città della musica, grazie al Festival Mawazine rithmes du monde – festivalmawazine.ma – evento musicale giunto alla quattordicesima edizione.

Tale kermesse è in grado di attirare milioni di spettatori, grazie alla ricca line up con star internazionali e artisti emergenti. Nelle edizioni precedenti hanno partecipato artisti come Rihanna, Jessie J, Mika, solo per citarne alcuni. Quest’anno, invece, la star che ha fatto parlare di sé è stata Jennifer Lopez.

La sua esibizione è ribaltata sui siti e tabloid di tutto il mondo, diventando un vero e proprio caso politico a causa della sensualità della cantante e del suo corpo di ballo. Il deputato del Pjd Abdessamad Al Idrissi ha commentato su facebook il concerto della cantante del Bronx con queste parole: “Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a questa vergogna, un assalto ai valori del popolo e della nazione. Il patrocinio (ndr. del re Mohammed VI) non può in alcun modo essere una ragione per impedirci di dire che Mawazine è una violazione della pubblica decenza”.

Parole forti che sono state condivise dal Ministro del Pjd Aziz Rabbah, aggiungendo “Il Marocco è un Paese aperto, ma ha dei valori, gli artisti non possono venire da noi e mostrarsi svestiti”.

Foto | I luv you papa ‘s video

smettere di depilarsi yasmin gasimova

Smettere di depilarsi: la storia di Yasmin Gasimova

smettere di depilarsi yasmin gasimova

Yasmin Gasimova ha 19 anni ed è una studentessa di informatica e filosofia che ha deciso di smettere di depilarsi quando aveva 11 anni, facendo pace con il proprio corpo peloso. Ora scrive un saggio sulla sua esperienza spiegando le sue motivazioni: accettarsi come si è, al naturale, senza disagi né imposizioni sociali.

Yasmin racconta di essere stata bullizzata a scuola per via della peluria intorno alla bocca quando aveva ancora appena 10 anni. L’anno dopo ha deciso di smettere di preoccuparsene perché non aveva senso litigare con il proprio corpo per compiacere gli altri.

Precoce, considerando che molte donne raggiungono questa consapevolezza di sé ben più tardi e a volte mai, perché i condizionamenti sociali agiscono con molta forza e influenzano a vari gradi tutti i nostri comportamenti, soprattutto quelli estetici.

Il suo intento, nel raccontare la sua storia e gli 8 anni senza depilarsi, è quello di dimostrare che una donna può essere femminile e socialmente accettabile anche con le gambe pelose, le ascelle incolte, l’ombra decisa di un baffetto.

Eppure… la stessa Yasmin ammette di depilarsi regolarmente le sopracciglia e di non rinunciare ad una depilazione totale in alcune occasioni particolari, quando va in vacanza al mare o quando prevede di fare sesso con un ragazzo che potrebbe rifiutarla scoprendola villosa come un uomo.

Dov’è finita allora la sicurezza di sé? Il messaggio positivo dell’auto-accettazione del proprio corpo al naturale decade di fronte ad una motivazione più forte? E può considerarsi motivazione forte una vacanza in spiaggia o rimorchiare un ragazzo?

Troviamo qualche difficoltà nell’accogliere la serietà della missione a favore delle libertà di una donna di sentirsi tale anche senza le gambe lisce, se poi bastano le più quotidiane delle situazioni per derogare da una convinzione che sembrava tanto precoce quanto granitica. Sarà solo voglia di celebrità? O siamo noi che chiediamo troppo ad una diciannovenne, pretendendo un rigore esagerato?