Viaggiate in autobus o in metro, in uno di quei mezzi di trasporto strettissimi dove toccarsi con gli altri passeggeri è praticamente obbligatorio. E poi c’è chi di questa situazione approfitta ed ops! fa partire con nonchalance una bella mano morta. Come reagireste?
Attualità
Ritirato lo spot Miu Miu accusato di sessualizzare una bambina
È stato ritirato lo spot Miu Miu accusato di sessualizzare una bambina proponendo un’immagine che l’autorità della vigilanza pubblicitaria inglese ha bollato come offensiva.
La maison Prada ha risposto spiegando che la campagna pubblicitaria non è stata “concepita per essere sessualmente evocativa” e la redazione della rivista patinata Vogue si è schierata dal suo fianco spiegando che lo spot era destinato ad un pubblico educato al messaggio fotografico sofisticato.
L’Advertising Standards Authority però non ha sentito ragioni: la modella Mia Goth fotografata attraverso lo spiraglio di una porta sembra una bambina che veste da adulta con abiti larghi e trucco appena accennato, aria innocente e bocca socchiusa su un letto leggermente disfatto.
Secondo l’ASA lo spot induce a pensare ad una bambina come oggetto sessuale benché la modella sia ventiduenne e la casa di moda abbia spiegato che non era sua intenzione trasmettere un messaggio anche solo velatamente sessualizzato.
Tutto ciò è accaduto in Inghilterra che nei giorni scorsi è stata al centro di un’altra vicenda relativa ad una pubblicità giudicata umiliante per le donne. Dal canto suo Prada aveva già vissuto una disavventura simile nel 2011 quando aveva fotografato la quattordicenne Hailee Steinfeld in lacrime su binari ferroviari.
Inevitabili le riflessioni sulla percezione di certe pubblicità, sul messaggio esplicito e intenzionale e su quello che invece viene recepito e probabilmente sovrapposto dall’osservatore. Ultimamente i casi che suscitano clamore sembrano moltiplicarsi.
L’opinione pubblica si divide tra chi paventa l’arrivo di un eccessivo moralismo e chi invece si rallegra per la maggiore attenzione ad una questione vissuta come un vero e proprio problema relativo alla percezione stessa della donna. Lo abbiamo scoperto anche con le reazioni che ha suscitato lo spot inglese con la modella pronta per la spiaggia in bikini giallo.
Cheryl Treadway, segregata in casa si salva ordinando una pizza a domicilio
Cheryl Treadway è questo il nome della donna americana che si è salvata grazie al messaggio inserito nell’ordine di una pizza a domicilio.
Ethan Nickerson, il fidanzato di Cheryl, l’aveva segregata in casa e proprio attraverso l’inserimento di un messaggio nella sezione “commenti” del sito della pizzeria, la donna è riuscita a salvarsi. I dipendenti del locale hanno avvisato la polizia, che è intervenuta immediatamente sul posto. Le forze dell’ordine si sono così recate nell’appartamento di Cheryl, trovando il fidanzato armato di coltello. L’uomo è stato arrestato e la donna, il suo bambino e altri due minori in casa con lei, sono stati messi in salvo. Cheryl ha raccontato alle forze dell’ordine di essere rimasta segregata in casa tutto il giorno prima dell’intervento della polizia.
La storia di Cheryl non è un caso singolare nella cronaca quotidiana. Sono ancora frequenti gli abusi sulle donne, purtroppo. Un episodio analogo è avvenuto sempre negli Stati Uniti. Una donna si è salvata fingendo di chiamare una pizzeria da asporto e mettendosi in contatto con la polizia. Il caso ha fatto il giro del mondo, arrivando ad ispirare lo spot contro la violenza sulle donne, realizzato dall’associazione No More e trasmesso durante l’ultimo Super Bowl.
Lo spot ” No More’s Official Super Bowl Ad: 60 Second”
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=rTJT3fVv1vU]
Foto | Artem Furman x Shutterstock
Fonte | Huffington Post
Fatkini, il bikini per le taglie forti spopola sui social
Si fa un gran parlare di taglie curvy e modelle troppo magre ma poi la moda offre quasi sempre la scelta migliore alle donne che arrivano alla 42 o poco più. Per non parlare della moda mare, ancora meno democratica. Fino ad ora, almeno, perché quest’estate è tempo di rivoluzione con il successo dilagante del fatkini cioè il bikini ideato per tutte le ragazze dalle forme morbide, burrose e abbondanti.
Perché non debbano mai più rinunciare al due pezzi, accontentandosi di tristi costumi da bagno interi da vecchia zia, la blogger GabiFresh insieme al marchio Swimsexy ha pensato ad una speciale collezioni di bikini chiamati per l’appunto fatkini e dedicati alle donne plus-size.
La prima collezione è stata lanciata la primavera scorsa ed è subito andata sold-out anche perché i prezzi sono volutamente piccoli. Con l’avvicinarsi dell’estate esplode inevitabilmente anche il trend social con l’hashtag #fatkini che su Instagram conta decine e decine di foto che ritraggono orgogliose ragazze curvy in bikini.
Chi ha detto che la prova costume debba essere per tutte uno spauracchio da fronteggiare? Con un po’ di sana autoironia e il costume giusto, colorato e sfacciato quanto basta, ci si sente bellissime in spiaggia e a bordo piscina anche se non si regge il confronto con le modelle sui cataloghi della moda mare.
I costumi della collezione infatti sono tutti vivaci e frizzanti, perfettamente alla moda: colori accesi, righe, fiori tropicali. Non si rinuncia né alla femminilità né alle tendenze, tanto meno al due pezzi e a mettere in mostra il proprio corpo perché non c’è proprio niente di cui vergognarsi. Era proprio ora.
Underboob tattoos, tatuaggi sotto il seno
Underboob tattoos è un nome che lascia poco spazio alla fantasia, si intuisce immediatamente quale sia la posizione più trendy del momento per farsi fare un tatuaggio: precisamente sotto il seno. Dopo la moda del tittooing, il tatuaggio sul capezzolo, restiamo nella stessa zona per un’altra tendenza che sta emergendo sempre più netta.
Cos’è un underboob tattoo
Il tatuaggio sotto il seno si posiziona precisamente nella zona del plesso solare ma si può estendere anche sull’addome, sia in altezza che in larghezza. A volte sale anche verso l’alto, nello spazio tra il seno, altre volte scende fino all’inguine.
Dove si fa
Si tratta in tutto e per tutto di un vero tatuaggio che si esegue in uno studio professionale scegliendo il proprio design preferito. Dopo aver individuato la zona esatta, la sua estensione e il disegno che vi piace è indispensabile il confronto con il tatuatore che vi darà il parere tecnico sulla sua fattibilità o migliorerà il disegno.
Fa male?
Il dolore è quello di ogni tatuaggio e dipende soprattutto dalla sensibilità personale ma anche dalla zona in cui si esegue. Essendo l’area subito sotto il seno abbastanza delicata è probabile che il fastidio sia maggiore rispetto ad una zona meno sensibile come un braccio o una spalla, ma se scegliete di farlo un po’ più in basso non soffrirete quasi per niente. Da tenere in considerazione: trattandosi di tatuaggi estesi possono richiedere anche più di una seduta. Se non ve la sentite di sottoporvi ad un vero tatuaggio c’è sempre l’opzione temporanea: un esempio sono i tatuaggi metallici che spopolano in questo momento.
Come sceglierlo
La scelta spetta ai gusti personali, naturalmente, ma la nostra gallery vi aiuterà a mettere a fuoco la tipologia di design più adatta a questo genere di tatuaggio. Spesso è arcuato appositamente per adattarsi alla zona sotto il seno, circondando la parte inferiore della mammella.
I design più diffusi
I design più diffusi per gli underboob tattoos sono quelli che ricordano un pizzo elaborato, forme geometriche o il cosiddetto dotwork. C’è anche chi sceglie un paio di ali spiegate o una composizione florale. L’unico limite è solo la fantasia, quella vostra e quella del vostro tatuatore di fiducia. Anche le dimensioni variano moltissimo, dai tatuaggi più piccoli a quelli molto grandi che coprono tutta l’estensione della gabbia toracica, da fianco a fianco.
Le celebrità
Rihanna è stata una delle prime a cogliere lo spunto, infatti sfoggia la sua dea Iside sullo sterno ormai da diversi anni, ancora prima che diventasse di moda. D’altronde la cantante è stata anche tra le prime ad indossare tatuaggi con le parole o intere frasi, un’altra moda degli ultimi anni.
Photo Credits | Pinterest
A Beirut uomini in tacchi contro la violenza sulle donne
A Beirut uomini in tacchi alti hanno sfilato in pieno centro per un intero miglio manifestando contro la violenza sulle donne. L’evento, che ha attratto l’attenzione della stampa internazionale, aveva lo scopo di lanciare una campagna dal titolo eloquente, Walk a mile on her shoes. In Libano quasi 300 uomini ci hanno già provato marciando con scarpette rosse con tanto di tacco ai propri piedi.
Proprio in Libano, secondo gli attivisti, la media degli abusi è allarmante: una donna al mese viene uccisa dal proprio marito e migliaia di donne subiscono violenza quotidiana, sia verbale che fisica. Per la prima volta in Medio Oriente gli uomini hanno alzato la voce non per inveire contro una donna ma per difenderla, sensibilizzare l’opinione pubblica e attirare l’attenzione sul problema.
Lo hanno fatto in un modo che ha attirato interesse e curiosità perché non è certo cosa consueta vedere un esercito di uomini in tacchi alti. Di più: hanno marciato per quasi due chilometri per provare a capire e far capire cosa significhi essere donne e non avere una voce contro la violenza, mettendosi letteralmente nei loro panni. Anzi nelle loro scarpe.
I manifestanti hanno esibito anche cartelli eloquenti come “il silenzio nasconde la violenza” e “schiaccia la violenza con i tacchi” per rafforzare il messaggio. Il ricavato della manifestazione, che si è svolta il 26 Aprile, è stato destinato all’associazione libanese Kafa che combatte per difendere e affermare i diritti delle donne e dar loro voce in una società tradizionalmente in mano agli uomini.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Te4nBOAZNL4]
Dormire a casa di Kurt Cobain, l’appartamento in affitto su Airbnb
Dormire nell’appartamento di Los Angeles di Kurt Cobain? Da oggi è possibile perché la casa dove il leader dei Nirvana e la moglie Courtney Love abitarono tra il 1991 e 1992 è disponibile in affitto su Airbnb. Il proprietario Brandon infatti ha reso disponibile il monolocale, al modico prezzo di 278 dollari a notte: l’annuncio Kurt Cobain’s Private 1b+1bth (il monolocale può ospitare fino a tre persone) ha solleticato e non poco l’attenzione di molti.
Modelle troppo magre: legge aggirata
Fatta la legge, trovato l’inganno si usa dire su italico suolo ma a quanto pare anche in Francia se la cavano bene con l’abilità di aggirare le norme di legge. Non per nulla i francesi si dicono cugini degli italiani. Parliamo della recente legge promulgata per combattere l’anoressia e i messaggi scorretti che partono dalle passerelle e dalle modelle magrissime.
All’inizio del mese in Francia è stata approvata una legge contro le modelle troppo magre che impone alle agenzie di casting di verificare l’indice di massa corporea e impedire a chi risulta sottopeso di comparire in passerella. Una giornalista dell’Observer ha però condotto una puntuale inchiesta che ha svelato come si siano già trovate le scappatoie per aggirare la legge, sfuggire ai controlli e continuare a lavorare come prima.
La giornalista spiega di aver parlato con una modella che ha partecipato all’ultima settimana della moda spagnola subito dopo l’approvazione della legge sulle modelle troppo magre, che le ha detto:
“Ho partecipato alla fashion week in Spagna dopo che avevano approvato la legge e le agenzie avevano trovato una scappatoia. Ci hanno dato lo Spanx da riempire con sacchetti pesati, quindi anche le ragazze più magre potevano avere un peso considerato sano sulla bilancia. Le ho viste mettersi anche i pesi nei capelli.”
Di contro la giornalista porta l’argomentazione di modelle magrissime per costituzione che hanno un BMI sotto la media richiesta della legge francese ma non sono né anoressiche né denutrite. A dimostrazione del fatto che la legge era necessaria ma da sola, e posta in questi termini, non solo non argina il problema ma non lo affronta neanche nel modo più corretto, organico e completo.
“La moda ha bisogno di regolamentazione” – continua la giornalista – “ma i legislatori dovrebbero concentrarsi non sui corpi dei lavoratori, bensì sui posti di lavoro.”
Per esempio molte modelle giovanissime, spesso minorenni, sono ancora nella fase della pubertà, il loro corpo sta cambiando e l’indice di massa corporea stabilito dalla legge non è correttamente applicabile.
Photo Credits | catwalker / Shutterstock.com