instagram censura mestruazioni

Instagram censura le mestruazioni

instagram censura le mestruazioni

Se Instagram censura le mestruazioni, in un mondo dove l’immagine della donna sessualizzaata viene sfruttata, svilita e sbattuta in prima pagina ogni volta che sia possibile, qualcosa in questo mondo non funziona a dovere. Ne avevamo il sospetto da tempo se non la certezza e lo ha ammesso anche Instagram che si è scusato con Rupi Kaur, protagonista della vicenda, dopo il clamore che la questione ha suscitato sul web con migliaia di condivisioni.

La ragazza, studentessa in Canada, aveva realizzato gli scatti che mostrano una donna con le mestruazioni per un progetto di retorica visiva da presentare all’università. Una di quelle foto era stata pubblicata su Instagram senza violare, apparentemente, alcuna regola: la ragazza è completamente vestita, la foto è di sua proprietà, non attacca nessuno e non è spam. Però in qualche modo creava disagio e numerosi utenti hanno segnalato il contenuto come inappropriato.

Il social network di photosharing ha ritenuto opportuno rimuovere la foto segnalata rispondendo alla cosiddetta intelligenza collettiva su cui si basa il funzionamento di ogni social network e in generale di ogni comunità online: è il controllo reciproco a determinare il rispetto delle regole.

Un controllo “naturale” che potrebbe sembrare giusto in linea teorica ma che in pratica provoca spesso scivoloni colossali come questo. La conseguenza più grave non è il singolo atto di censura ma la tendenza ad appiattire ogni differenza culturale che determina la diversa percezione del mondo e dovrebbe essere una ricchezza da conservare.

Rupi ha ringraziato ironicamente Instagram per aver censurato la sua foto dimostrando che il suo lavoro, che non aveva alcun intento provocatorio, è capace di suscitare reazioni. Né poteva essere altrimenti in un mondo che usa l’immagine della donna a piacimento onde poi scandalizzarsi per un fenomeno tanto naturale quanto il ciclo mestruale che, spiega ancora Rupi, è ciò che rende possibile la vita stessa.

Dire che Rupi Kaur ha riscattato la dignità delle donne sarebbe esagerato perché la vicenda che l’ha vista protagonista rimarrà solo una goccia nel mare, però ha indubbiamente portato l’attenzione del mondo su una questione importante e Instagram non ci ha fatto una bella figura. L’imbarazzo però è durato poco. Instagram ha ripubblicato la foto e si è scusato “per il disagio creato” cose si fosse trattato di un semplice disservizio tecnico e non di un’azione culturale con ripercussioni profonde.

campagna droptheplus

Campagna #DropThePlus: modella, non plus size

campagna #droptheplus

Le chiamano curvy oppure plus size e sono le modelle formose che non rispecchiano il canone di bellezza sottile dominante. Stefania Ferrario lancia la campagna #DropThePlus per dire basta e mettere uno stop a questa definizione riduttiva e fuorviante.

L’iniziativa della modella italo-australiana dalle forme generose ha chiesto al mondo della moda e della pubblicità di dire basta ai termini che distorcono il concetto di bellezza femminile e ghettizzano tutte le modelle che non indossano una taglia 38.

La Ferrario ha pubblicato sul suo account Instagram uno scatto che la ritrae con lo slogan I Am a Model sulla pancia con cui chiede a chiare lettere di essere definita solo una modella e non una modella plus size:

Sono una modella. Punto. Sfortunatamente nell’industria della moda se sei sopra una taglia 4 Usa sei considerata una Plus Size e così io sono spesso etichettata come una “modella Plus Size.

Cita anche l’attrice e conduttrice australiana Ajay Rochester che aveva già sottolineato come l’uso dei termini plus size possa essere pericoloso per la percezione del canone di bellezza a cui uniformarsi, soprattutto da parte delle giovanissime.

Se da una parte la moda ha risposto all’esigenza di linee di abbigliamento capaci di soddisfare le donne curvy, d’altro canto l’uso di termini di distinzione netta continuano a creare una differenza abissale nella percezione della bellezza, tra quella da considerare ideale e quella fuori misura.

La piccola rivoluzione che vuole iniziare Stefania Ferrario è fatta di parole e forse è il modo giusto per cominciare a porre il problema in maniera seria, perché non basta proporre una collezione moda – di solito distinta dalla collezione primaria – dedicata alle taglie 48 o portare ogni tanto in passerella una modella 42.

Bisogna prima di tutto accettare l’idea che le parole definiscono, e in parte addirittura creano, la nostra percezione del mondo. Cominciare da lì è il primo passo per cambiare atteggiamento e forma mentis. Poi possiamo finalmente sentirci in forma anche se portiamo una normalissima 44.

Cuore, primo trapianto da cadavere in Europa

trapianto_cuore_defunto

Al Papworth Hospital del Cambridgeshire un uomo di 60 anni ha ricevuto un cuore da un donatore defunto.

Finora, in Europa, era stato possibile trapiantare cuori ancora funzionanti da pazienti in stato di morte cerebrale, organi che non avevano mai smesso di battere, quindi. Questa volta, però, il cuore e i polmoni del donatore avevano smesso di funzionare ed i chirurghi hanno riattivato il cuore “morto” attraverso una pompa. La procedura è stata la seguente: l’organo è stato disposto in una teca con una soluzione conservante. L’ambiente era caldo e aveva un circuito sterile di sangue che ne ha ripristinato il battito così da giudicarlo pronto dopo 50 minuti di monitoraggio.
Il paziente che ha ricevuto il nuovo cuore si chiama Huseyin Ulucan e si è sottoposto a questo intervento innovativo circa un mese fa. Huseyin si sta riprendendo bene e secondo i medici inglesi, la nuova tecnica sperimentata su di lui potrebbe salvare centinaia di vite.
Lo scorso anno erano stati i chirurghi australiani ad eseguire il primo trapianto al mondo di un cuore fermo.

David LaChapelle dirige Sergei Polunin in Take me to church

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David LaChapelle, classe 1963 è un fotografo e regista statunitense di fama internazionale. Le sue ambientazioni caotiche e deteriorate sono la perfetta sintesi della nostra cultura, dove tutto è presentato in chiave onirica e patinata. Pensate che Andy Warhol fu il primo ad apprezzare la genialità del fotografo quando aveva solo diciotto anni, offrendogli un posto di lavoro nella rivista Interview. LaChapelle ha collaborato con altri magazine come Vogue, Rolling Stone, GQ, Vanity Fair, i-D. Possiamo considerarlo il re dell’ “estetica pop-glamour”.

Sergei Polunin, classe 1989 è un ex studente e ballerino del Royal Ballet, oggi stella del Teatro dell’opera e del balletto di Novosibirsk. Polunin è stato definito dal New York Times come “un ballerino favoloso, con una tecnica d’acciaio e bella linea“. Tecnica straordinaria e potenza espressiva sono risaltate dai numerosi tatuaggi sul corpo, segni insoliti per un ballerino classico ma coerenti con il suo percorso artistico e umano.  Sergei è anche conosciuto come il ribelle della danza o il cigno nero ucraino.

E cosa succede quando due artisti di questo tipo si incontrano? La risposta è nel nuovo video diretto da LaChapelle dove Polunin danza sulle note di Take me to church.

Null’altro da aggiungere, perché a parlare saranno l’armonia e la poesia delle due stelle protagoniste di questo progetto.

[vimeo 118946875 w=640 h=360]

Sergei Polunin, “Take Me to Church” by Hozier, Directed by David LaChapelle from David LaChapelle Studio on Vimeo.

persone dietro pornostar ritratti kisby

Persone dietro le pornostar, i ritratti di Kisby

pornostar instagram kisby

Un nudo autentico che fa riflettere quello delle pornostar che sono cadute sotto l’occhio della macchina fotografica di Roger Kisby, un artista nel suo campo conosciuto proprio per la naturalezza dei suoi scatti. Ed il mondo del porno non ne è rimasto immune.

Fragole e ritorni di fiamma, 5 segnali inequivocabili sull’arrivo della primavera!

fragole

Da qualche giorno ormai siamo entrati nel mood primaverile, abbiamo iniziato a fotografare fiori, cielo azzurro e piante rigogliose, siamo tornate in palestra, abbiamo fatto spazio a t-shirt e pantaloni color cachi e aspettiamo con ansia che il primo raggio di sole faccia capolino dietro le nuvole che, purtroppo, insistono ancora nel farsi vedere quotidianamente. Ma quali sono i segnali che realmente ci catapultano nel clima primaverile? Sono 5 e oggi li analizzeremo insieme.