Beyoncé, il suo ultimo album diventa oggetto di studio ad Harvard

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Il 13 dicembre del 2013 Beyoncé diffuse, senza alcun preavviso e in esclusiva su iTunes, il suo quinto album intitolato “Beyoncé”. Il disco conteneva 14 canzoni inedite e 17 video e fu diffuso in esclusiva mondiale in 119 paesi. Fu da subito un successo: in un solo giorno venne scaricato da circa 500 mila utenti ed entro la prima settimana si raggiunse il milione di copie vendute.

Oggi, a distanza di un anno, il quinto disco di Queen Bee diventa un case study della Harvard Business School (HBS); il corso di Business Administration della prestigiosa università, infatti, ha deciso di indagare sulla’ ambiziosa campagna, sulle condizioni del mercato, sugli ostacoli tecnici e strutturali che sono stati affrontati da Beyoncé e dal suo team. Il caso della HBS chiede agli studenti del corso di analizzare, valutare e decidere il caso.

Beyoncé è chiaramente tra le persone più potenti nell’industria musicale al momento […] quindi capire le operazioni dietro questa potente figura è sempre molto interessante. La gente considera questo rilascio un enorme successo artisticamente e io sono una di loro. Ma se ne è valsa la pena da una prospettiva d’affari spetterà agli studenti capirlo,  afferma Anita Elberse, docente di Business Administration alla Harvard Business School che ha co-scritto il caso con un ex studente, Stacie Smith.

Elberse, che si occupa di strategie del marketing nell’intrattenimento, media e sport, ha affermato che il rilascio dell’album di Beyoncé presenta un alto numero di dilemmi che rendono il caso molto istruttivo per i suoi studenti.

Foto | billboard.com

 Pretty Hurts , video tratto dall’album “Beyoncé”

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Cognome materno, primo Si della Camera per la libertà di scelta

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I sì sono stati 239, i no 92, gli astenuti 69. Così l’aula della Camera ha approvato il testo sul doppio cognome, che ora deve passare all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. La proposta di legge, che adegua il nostro ordinamento ad una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, presenta diverse novità.

Tutte le novità della nuova disciplina

Piena libertà nell’attribuire il cognome materno, paterno o di entrambi. Se non vi è accordo tra i coniugi, il figlio avrà il cognome di entrambi in ordine alfabetico. Lo stesso varrà per i figli nati fuori del matrimonio e riconosciuti dai due genitori. Nel caso di riconoscimento tardivo di un genitore, il cognome si aggiunge solo previo consenso dell’altro genitore e dello stesso minore se quattordicenne.

Il principio della libertà di scelta vale anche per i figli adottivi: i coniugi possono decidere solo un cognome da anteporre a quello originario; in caso di mancato accordo si segue l’ordine alfabetico. In caso di genitore con due cognomi, se ne può trasmetterne soltanto uno a sua discrezione.

Per quanto riguarda il figlio maggiorenne con un solo cognome  – paterno o materno – può aggiungere il cognome dell’altro genitore con una semplice dichiarazione all’ufficiale di stato civile. Se nato fuori del matrimonio, non può prendere il cognome del genitore che non l’ha riconosciuto.

E’ un altro passo in avanti verso la parità dei sessi e la piena responsabilità genitoriale. L’obbligo del cognome paterno è simbolo di un retaggio patriarcale fuori del tempo e assurdamente discriminatorio, come tale severamente censurato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, commenta così Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia.

Foto| thinkstock

10 cose che le donne senza figli sono stanche di sentire

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Donne senza figli, alle prese con una serie di domande interminabili alle quali vengono sottoposte da tutte coloro che associano la mancanza di prole a una condizione di perenne sfiga. Siete per caso donne senza figli e magari anche sopra i trent’anni? Arrendetevi, non avrete scampo (un po’ come me).

Campagna Nastro Rosa, il mese di Ottobre dedicato alla prevenzione del tumore al seno

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Parte oggi 1 ottobre la XXII edizione della Campagna Nastro Rosa dedicata alla prevenzione del tumore al seno, un’iniziativa della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ed Estée Lauder Companies, società leader nei prodotti di bellezza di prestigio, ancora una volta insieme per vincere questa patologia tumorale che purtroppo registra un’incidenza sempre maggiore. L’attrice Nicoletta Romanoff è stata scelta come testimonial italiana di questa edizione 2014.

La Campagna Nastro Rosa, ideata negli Stati Uniti da Evelyn Lauder e promossa in oltre 70 Nazioni, nasce per sensibilizzare le donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella.

 La diagnosi precoce del tumore al seno: 20 anni di progressi

Il tumore al seno resta, infatti, la maggior causa di morte per le donne, e registra un forte incremento dovuto sia all’allungamento dell’età media della popolazione femminile sia all’aumento dei fattori di rischio.

Nel tempo si è modificata anche l’età in cui la malattia si manifesta: il 30% circa prima dei 50 anni (fuori dall’età prevista dai programmi di screening mammografico), motivo in più per anticipare i controlli medici.

Da recenti dati e studi si stima che in Italia siano circa 46.000 i nuovi casi annui di carcinoma mammario. L’aumento dell’incidenza del tumore al seno è stata pari a circa il 14% negli ultimi sei anni e, in particolare, per le donne tra i 25 e i 44 anni l’incremento è stato del 29% circa. Le nuove tecnologie diagnostiche di imaging sempre più precise e sofisticate, insieme alla risonanza magnetica mammaria (RMM), consentono oggi di poter individuare lesioni millimetriche in fase iniziale, quando il grado di malignità e l’indice di aggressività del tumore sono bassi e il processo di metastatizzazione è pressoché nullo. Scoprendo un carcinoma al di sotto del centimetro, la probabilità di guarire sale di oltre il 90% e questo permette altresì di poter eseguire interventi conservativi, che non provocano sensibili danni estetici alla donna, a beneficio quindi dell’integrità del seno, simbolo della femminilità, ha affermato il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo, oncologo e Presidente Nazionale della LILT .

Prevenzione ed eventi durante il mese di Ottobre

In questo mese circa 400 Punti Prevenzione delle 106 Sezioni Provinciali LILT, saranno a disposizione per visite senologiche e controlli diagnostici clinico-strumentali.

Per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio LILT più vicino, si può chiamare per informazioni il numero verde SOS LILT 800-998877 o consultare i siti lilt.it o nastrorosa.it.

Inoltre, sempre nel mese di Ottobre sono previste – in Italia e nel resto del mondo – numerose iniziative: i monumenti di tante città del mondo si tingeranno di rosa, colore simbolo della lotta contro il tumore al seno. Domenica 5 Ottobre toccherà al Colosseo, che a partire dalle ore 20.00 si tingerà di rosa grazie ad un’importante sponsorizzazione del gruppo Acea spa. Lo stesso avverrà a Milano, invece, oggi 1 ottobre con l’illuminazione del Grattacielo di Unicredit.

Altri eventi della Campagna Nastro Rosa sono previsti nei prossimi giorni, come le vie rosa dello shopping di Milano, il prossimo sabato 4 ottobre, giorno in cui verrà organizzata una giornata di shopping solidale da LILT, Estée Lauder Companies e l’Associazione della Via Monte Napoleone. La moda, il design e le più prestigiose griffe italiane e internazionali, aderenti all’iniziativa, sosterranno così la prevenzione del tumore al seno, devolvendo il 10% degli incassi a favore della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Ogni anno alla LILT si affiancano, per la Campagna Nastro Rosa, aziende “amiche” delle donne che, grazie alla loro sensibilità, sostengono le iniziative della LILT e veicolano sui loro canali e punti vendita il messaggio di prevenzione. Questa XXII Edizione vede la presenza di numerosi brand di prestigio, come: Fitness Nestle, Kiabi, Pasquale Bruni, Peugeot e Yamamay.

Foto| donnaglamour.it

10 donne famose senza figli raccontano perché

Gambit - World Film Premiere

Donne famose e senza figli: ce ne sono tantissime nel mondo, a dimostrazione che non sempre una agiata condizione economica porta come conseguenza logica a famiglie super numerose. Vediamo quali sono le star che, per scelta o per caso, hanno deciso di vivere senza pargoletti al seguito.

Weapon of choise, il progetto del fotografo Richard Johnson contro la violenza verbale

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La violenza verbale è invisibile: non lascia segni e può far male quanto un pugno. Per questo il fotografo americano Richard Johnson ha deciso di rappresentare il dolore che può essere generato da alcune parole, raccogliendo tutti gli scatti nel progetto Weapon of choice ovvero L’arma della scelta.

Per la realizzazione del progetto, Johnson ha chiesto ai protagonisti – bambini e genitori – di scegliere, da una lista, le parole che provocavano maggiore sofferenza e che avevano forte impatto emotivo sulle loro vite. I make up artist hanno così provato a  ricreare quelle offese sulla loro pelle, attraverso disegni di ferite,  ustioni e contusioni.

Gli organizzatori si sono ritenuti soddisfatti del lavoro di Johnson, aggiungendo di aver dato vita a tale iniziativa per aumentare la consapevolezza dei problemi legati alla violenza verbale , ma anche verso quella fisica che molto spesso è generata dalla prima.

Alcune foto del progetto Weapon of chiose di Richard Johnson contro la violenza verbale

Abbiamo scelto il nome Weapon of Choice perché anche usare le parole che fanno male è una scelta. E mentre ascoltavamo le storie dei partecipanti, abbiamo scoperto che molto spesso, all’abuso verbale, segue quello fisico. Le parole violente sono solo una delle armi a disposizione nell’arsenale di chi aggredisce, ha commentato il fotografo americano.

Weapon of Choice

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Foto | impactforwomen.org.au

Gli ex e i messaggi subliminali: fermiamoli!

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Gli ex, ovvero quella categoria che tutte vorremmo evitare. Soprattutto quando ci hanno lasciato e oggi, a distanza di mesi nei quali noi abbiamo sofferto le pene dell’inferno per uscire da quel tunnel lunghissimo nel quale ci hanno infilato, ci incontrano e così, come niente fosse, ci salutano affettuosamente manco fossimo le loro migliori amiche. O peggio ancora, ci scrivono lunghi messaggi di quelli che ci lasciano basite intente a chiederci quale peccato mai siamo costrette a espiare.

Emma Watson, il discorso sul femminismo tenuto all’ONU

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Tutti parlano del discorso che Emma Watson ha tenuto all’ONU per il lancio della campagna He for She, progetto contro le discriminazioni di ogni genere. L’attrice, che solo pochi mesi fa era stata nominata goodwill ambassodor, ha tenuto un discorso appassionato dove invitava gli uomini a fermare l’ineguaglianza tra i sessi, con molti riferimenti alla sua vita privata e professionale.

Dopo la recente laurea in Letteratura Inglese presso la Brown University, una nuova nota di merito si aggiunge alla lunga lista della Watson, un vero e proprio modello per i giovani.

Quando avevo 8 anni, ero confusa dal fatto che mi definissero una prepotente perché volevo dirigere la recita per i nostri genitori: ma ai maschi non succedeva. Quando avevo 14 anni ho cominciato a essere trattata come un oggetto sessuale da alcuni media. Quando avevo 15 anni le mie amiche hanno cominciato a lasciare le squadre degli sport che amavano perché non volevano diventare muscolose. Quando avevo 18 anni i miei amici non erano capaci di esprimere i loro sentimenti. Ho deciso di diventare femminista e la cosa non mi sembrava complicata. Ma le mie ricerche più recenti mi hanno fatto scoprire che “femminismo” è diventata una parola impopolare. Le donne si rifiutano di identificarsi come femministe. A quanto pare sono considerata una di quelle donne le cui parole sono percepite come troppo forti, troppo aggressive contro gli uomini, persino non attraenti. Perché questa parola è diventata così scomoda?

Foto| tressugar.com

Il discorso integrale di Emma Watson all’ONU (sub ita)

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