E’ già cominciato il conto alla rovescia per la tanto temuta prova costume: presto infatti sarà tempo di mettersi in bikini e urge rimettersi in sesto dopo un inverno passato a bighellonare. Secondo uno studio condotto da Quanta System Observatory su circa 1800 italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni,si è notato come l’ansia da prova costume sia non solo questione prettamente femminile. Tuttavia le donne stanno già correndo ai ripari affidandosi al resurfacing. Di cosa si tratta?
prova costume
Prova costume e bikini body: cosa pensano davvero le donne
Questo è il periodo in cui si parla più spesso di prova costume e bikini body e tra ansie e polemiche si ripropone la questione scatenata qualche settimana fa da una pubblicità nella metropolitana londinese.
Ma siamo proprio sicure di volerci crucciare per un problema immaginario? Davvero esiste un bikini body o esistono solo corpi, tutti diversi? Nei nostri corpi, così come sono e senza aggettivi, viviamo tutti i giorni della nostra vita e dovremmo prendercene cura tutto l’anno e non solo quando vogliamo cambiarlo per una settimana di mare.
La riflessione nasce da un sondaggio lanciato dal sito Refinery29 che ha chiesto a 1000 donne nate tra il 1981 e il 1997 di svelare cosa pensano veramente del proprio corpo. Il 54% delle donne interpellate ha ammesso di essere soddisfatta del proprio corpo, anche se appena il 7% ha dichiarato di esserne completamente felice. L’80% ammette di sentirsi consapevole dell’aspetto del proprio corpo.
Dunque le donne si accettano ben più di quanto pensiamo? La colpa allora di chi è? In gran parte della solita pubblicità, probabilmente. C’è un bombardamento continuo, dalle copertine dei giornali ai cartelloni pubblicitari in città passando per gli spot in tv e i banner su Internet – per non parlare degli articoli pieni di buoni consigli per la prova costume puntualmente a inizio estate e delle continue offerte promozionali di cui ci infarcisono la posta elettronica tra creme snellenti e trattamenti dimagranti.
Sono tutti inviti più o meno espliciti a raggiungere il corpo perfetto. Il punto è che questo corpo perfetto non esiste o esiste solo in un mondo immaginario nel quale si vive a dieta perenne e al posto della crema idratante ci si spalma generose pennellate di Photoshop. A quanto pare un’ampia percentuale di donne ne è consapevole e tuttavia si sente a disagio in spiaggia quando è il momento di indossare un bikini.
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Tess Holliday lancia il Bekini per donne plus size
Con l’arrivo dell’estate il debutto in spiaggia e la famigerata prova costume diventano un cruccio per molti, meno che per Tess Holliday. Arriva il Bekini per donne plus size e una nuova provocazione: scopriamoci senza vergogna.
Tess è una modella plus size e ha lanciato, insieme al marchio di abbigliamento Simply Be, una nuova linea di costumi pensata per le donne curvy allo scopo di incoraggiarle ad accettare il proprio corpo, valorizzandolo con i capi giusti.
Ennesima mossa di marketing che sfrutta l’onda delle polemiche sulla magrezza a tutti i costi oppure una lodevole iniziativa che vuole puntare davvero sull’accettazione di sé? Quali che siano gli scopi, il messaggio arriva forte e chiaro.
“Spero che SimplyBekini ispiri le donne ad amare se stesse” dice la Holliday presentando la collezione di bikini per ragazze in carne. A prescindere dalla taglia che si indossa, sentirsi a proprio agio in spiaggia e senza coltri di vestiti addosso deve diventare una priorità per ogni donna, sottraendosi alle logiche perverse della prova costume come un esame da superare e nel quale quasi sempre si è destinate a fallire.
Il fallimento dipende dall’atteggiamento che noi donne troppo spesso abbiamo nei confronti di questa prova nella quale a giudicarci (e bocciarci senza pietà) siamo proprio noi stesse, ancora prima di provare ad indossare veramente un costume e mettere piede sulla battigia. E come dice Tess:
“Non esiste alcun corpo perfetto e l’ostacolo più difficile da superare per una donna è se stessa. Non c’è da stupirsi considerando l’ideale di un corpo magro che i media ci propinano quotidianamente.”
Ma davvero è sempre colpa della pubblicità? O la pubblicità è solo un sintomo di convinzioni ben più radicate e difficili da estirpare?
Prova costume, che stress! 5 consigli per combatterlo
La prova costume genera stress in 7 italiani su dieci: è quanto emerge da una ricerca portata avanti da Found! su un campione di 1600 persone. Insomma l’arrivo dell’estate è sempre fonte di tensione perché giunge il momento di spogliarsi e farsi vedere con tutti i vostri piccoli grandi difetti. E allora vediamo 5 consigli per combattere lo stress da prova costume e presentarvi al mare serene e spensierate, anche se non avete proprio il fisico da top model!
Dieta Plunk, cos’è, come funziona e menu tipo
La dieta Plunk è una delle più gettonate da coloro che vogliono perdere quei due-tre chili prima dell’estate e per farlo sarebbero disposte a tutto! Questo regime alimentare prevede la quasi totale esclusione di pasta, pane, alcolici e bibite ma sono molti gli esperti che già in passato lo hanno definito un regime un po’ troppo drastico, da seguire al massimo una settimana.
I magici poteri del kiwi, per arrivare in perfetta forma all’estate!
Molto spesso sottovalutiamo i grandi effetti benefici di alcuni frutti che invece potrebbero aiutarci a ritrovare la linea perduta. D’altronde all’estate manca pochissimo ed è già momento di mettersi in moto per presentarsi all’appuntamento con la prova costume in uno stato decente. E allora perché non puntare sui magici poteri del kiwi per arrivare in perfetta forma all’estate?
Cosa c’è di così imbarazzante nel bikini di una mamma?
Siamo arrivati – nel bene e nel male – alla prova costume. Una neomamma non sarà molto contenta nello scoprire che dal bikini di una volta vengono fuori i rotolini. Ma che importa? L’abbiamo detto e ridetto: ogni imperfezione post parto è soltanto una conferma del fatto che la nostra vita è cambiata per sempre.
Pronta per la spiaggia? Ed è guerra sui social
Costume giallo, vita stretta, fisico tonico e magro per la pubblicità che recita “Pronta per la spiaggia?” In apparenza una come tante ma a Londra si è creata una vera e propria rivoluzione contro la discriminazione sessuale e la reificazione della donna: il corpo femminile una volta di più diventa uno strumento per vendere e le donne non ci stanno più.
Parliamo della pubblicità che Protein World ha lanciato per promuovere la sua gamma di integratori proteici servendosi di un leitmotif di inizio estate, cioè la temutissima prova costume che in effetti preoccupa principalmente le donne.
Lo slogan della campagna pubblicitaria, avvistata pressocché ovunque nella metropolitana della capitale inglese, diceva: Are you beach body ready? Cioè Sei pronta per la spiaggia? Immediate le reazioni sui social network.
Le polemiche e le critiche a pioggia hanno avuto il loro culmine in una petizione online e come risultato la rimozione della pubblicità considerata offensiva, umiliante e provocatoria. Il mondo del web si è unito e ha dato vita ad un incredibile battage di cui solo la Rete è capace e che alla fine è sfociato addirittura in una manifestazione a Hyde Park. Il merito va anche all’hashtag #everybodysready che su Twitter ha risposto a tono alla infelice campagna pubblicitaria.
Su change.org sono state raccolte oltre 50.000 firme in due giorni mentre su Twitter, Instagram e Facebook si è assistito ad un’inondazione di messaggi e foto a tema con toni dall’indignato all’arrabbiato per arrivare alla derisione bella e buona. Non si sono tirati indietro neanche gli uomini che in qualche caso hanno indossato un bikini giallo e detto la loro sull’argomento.
In gallery potete scoprire alcune delle reazioni più forti e qualche rivisitazione ironica, arrabbiata o derisoria della pubblicità. Nella metropolitana londinese inoltre alcuni vandali, vendicatori dell’onore femminile, hanno scritto a chiare lettere i propri giudizi sulla scelta di sfruttare un corpo e una insicurezza femminili per vendere un prodotto. Con il risultato di perpetuare la trasmissione di un messaggio errato, quello di un canone di bellezza unico a cui molte donne sentono di dover aderire.
Non potevano mancare le voci fuori dal coro che puntano il dito contro il falso moralismo nel condannare un singolo spot quando la pubblicità, la moda e la comunicazione in genere si servono quotidianamente di simili espedienti. Davvero è moralismo additare l’ennesima pubblicità come irrispettosa? Non è invece da incoraggiare un tentativo che parta direttamente da noi per cambiare finalmente la percezione che le donne, e la società più in generale, hanno del corpo femminile?