libri Antiprincesas

Libri Antiprincesas, le principesse moderne sono le donne vere

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I libri Antiprincesas fanno parte di un’iniziativa dell’editore sudamericano Chirimbote che ha deciso di pubblicare una serie di storie che hanno per protagoniste celebri figure femminili del Sudamerica al posto delle consuete principesse delle fiabe.

Lo scopo dell’iniziativa è spezzare gli stereotipi sessisti che popolano le prime letture dei bambini con la consueta presentazione di personaggi femminili e maschili che si esauriscono spesso nei ruoli di principesse da salvare e principi che corrono a salvarle. L’editore indipendente dunque ha scelto di proporre le sue anti-principesse, storie di donne che hanno vissuto nella realtà e sono andate contro i canoni tradizionali della società. Gli editori spiegano:

“Raccontiamo storie di donne. Perché? Perché conosciamo moltissime storie di uomini importanti ma non così tante di donne. Conosciamo alcune principesse, è vero, ma quanto sono lontane dalla nostra realtà queste ragazze che vivono in enormi castelli gelidi. Ci sono donne qui, in America Latina, che hanno spezzato i canoni sociali della loro epoca.”

Inizia così il nuovo volume Antiprincesas pubblicato da Sudestada e Chirimbote e dedicato alla vita di Violeta Parra, cantautrice e poetesse cilena. È già il secondo mentre il primo ad inaugurare la collana è stato dedicato alla personalità di Frida Kahlo, celebre pittrice messicana.

Sono libri dedicati alle bambine e ai bambini che crescono in un tempo nel quale si tenta di superare i paradigmi tradizionali di maschile e femminile. Il terzo libro della serie sarà dedicato a Juana Azurduy, patriota delle guerre di indipendenza ispanoamericane.

La scelta di donne della storia e della cultura sudamericana recente è un importante segnale della volontà di avvicinarsi di più alla realtà quotidiana trovando nuovi modelli di donne che si allontanano da un ideale ormai anacronistico e legnoso, che non coincide più con la società odierna. Ma l’obiettivo è ancora più ambizioso: proporre, attraverso la lettura, un nuovo modo di pensare a se stessi nel mondo, superando i vecchi ruoli uomo/donna.

palette nude the balm

I nomi delle palette Nude The Balm sono sessisti?

palette nude the balm

Le palette trucco con i colori nudes, vero must-have del momento, sono capaci di suscitare polemiche oltre che il desiderio di possederle: i nomi delle palette nude The Balm sono accusati di essere sessisti. Ma lo sono davvero? È la domanda che ci si pone notando la scelta infelice per denominare l’ultima linea nata del marchio The Balm.

La nuova proposta del brand cosmetico americano comprende due palette, The Nude’Tude e The Nude Dude, una declinata al femminile e una al maschile ma in ambedue i casi con giochi di parole e immagini a dir poco espliciti.

Si tratta di palette dai colori nudi che conquistano le ragazze perché consentono di realizzare trucchi semplici e giornalieri o più sofisticati e serali. Spesso sono contenuti in confezioni accattivanti o, ed è questo il caso, originali e ironiche. Divertenti, secondo alcuni. Inutilmente ammiccanti, secondo altri.

Nude-Dude-Palette

Le cialde di ombretti sono sistemate sui corpi maschili e femminili di figure dal sapore retro anni Cinquanta, una grafica ricorrente tra i prodotti di The Balm. I nomi dei colori sono in linea con la provocazione.

Si scelgono infatti parole come Stubborn, Selfish, Snobby, Silly, Stand-offish (cioè testarda, egoista, snob, sciocca e altezzosa) per la versione femminile; Fearless, Faithful, Funny e Friendly (ovvero intrepido, fedele, divertente e amichevole) per la versione maschile.

È questo particolare ad avere scatenato le ire delle donne che hanno accusato il marchio di aver scelto un approccio sessista: perché le donne vengono definite con aggettivi caratteriali negativi e gli uomini, al contrario, sono descritti solo in positivo? Tanto più per un prodotto naturalmente destinato alle donne.

despitebeingawoman

#DespiteBeingAWoman, perché c’è ancora bisogno di femminismo

despitebeingawoman

Si fa presto a rendere globale un hashtag, specialmente quando riguarda questioni di genere suscitate da una polemica accesa e infuocata: #DespiteBeingAWoman nasce da una protesta che ha già diversi antecedenti.

Hanno iniziato le donne turche contro il premier della Turchia Erdogan, accusato di atteggiamenti sessisti. Non è neppure la prima volta che l’incauto politico si lascia a andare a dichiarazioni del genere ma questa volta la causa sta assumendo proporzioni più grandi.

Il movimento sui social media è partito dall’hashtag turco #sirtimizidonuyoruz che significa “voltiamo le spalle” e che ha fatto parte dei più ampi movimenti femminili nel paese contro il partito rappresentato da Erdogan in vista delle elezioni parlamentari.

hashtag despitebeingawoman

Intanto anche il primo ministro indiano Narendra Modi si è lasciato andare a dichiarazioni sessiste, suscitando le ire delle donne con un maldestro commento travestito da complimento al primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina, che iniziava con “despite the fact that she is a woman” (letteralmente: nonostante sia una donna).

Per protestare contro questo continuo bombardamento di stupidità su base sessista le donne hanno lanciato l’hashtag #DespiteBeingAWoman riprendendo le parole del ministro indiano e sottolineando le conquiste umane, sociali, scientifiche, politiche, culturali e storiche delle donne, di ieri e di oggi.

La reazione è stata massiccia e virale, il tag si è sparso ai quattro angoli del mondo e ha suscitato risposte ora ferocemente ironiche, ora più risentite, talvolta serene della forza inoppugnabile della realtà: le donne hanno già dimostrato il loro valore contro qualunque discriminazione sessista eppure è tristemente chiaro che c’è ancora bisogno di femminismo.

twitter despitebeingawoman

Tutti contro lo spot Huggies sessista: una polemica inutile?

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Va bene va bene, Huggies ha fatto uno spot in cui svela al mondo che i bambini sono anatomicamente diversi dalle bambine. Ah no, non era questa la polemica? Già, ha introdotto le differenze anatomiche infilando una serie di luoghi comuni sulle femminucce veline e i maschietti calciatori. Ma questo è marketing, signore mie, niente di più!