Usare la tecnologia non migliora il rendimento scolastico

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Una ricerca dell’Ocse sovverte il senso comune legato all’importanza dell’uso delle nuove tecnologie per il miglioramento dell’apprendimento. L’organizzazione in questione, infatti, spiega che i computer nelle scuole non migliorano i risultati degli alunni. Anzi!

Perché una scuola dovrebbe investire nell’acquisto delle nuove tecnologie? Per migliorare l’offerta formativa. La risposta è semplice ma il recente studio dell’OCSE racconta qualcosa di diverso: introdurre il computer a scuola non migliora il rendimento dei ragazzi. E anche se molti professori si sono fatti abbagliare dalle nuove tecnologie nella proposta scolastica, invece i test internazionali che esaminano l’impatto della tecnologia sui risultati degli studenti dicono tutt’altro.

In pratica gli studenti che usano i tablet e i computer molto spesso tendono a fare peggio di chi li usa in modo moderato. Mentre gli studenti che utilizzano moderatamente i computer a scuola tendono ad avere risultati nell’apprendimento migliori di quelli che lo usano raramente.

Lo studio “Students, Computers and Learning: Making The Connection” dell’OCSE conclude che anche i paesi che hanno investito grandi risorse in tecnologie Ict destinate al settore dell’istruzione non hanno registrato miglioramenti significativi nelle prestazioni dei loro studenti nella lettura, nella matematica e nelle scienze. Tant’è che il punteggio più alto spetta ai ragazzi di Taipei (560) dove i computer a scuola sono usati da meno del 79% degli studenti. In Norvegia dove il computer lo usa quasi il 92% della popolazione scolastica, il punteggio nei test è stato di 489.

Un genitore che legga questi risultati, da una parte trova man forte nei suoi rimproveri, perché adesso potrà dire a ragione ai figli che “quel computer li sta facendo rimbambire” ed è meglio che “si mettano a studiare” invece che a giocare; dall’altra parte è costretto ad interrogarsi su cosa voglia dire “moderatamente” con riferimento all’uso dei device tecnologici: un’ora? Due ore? Al giorno? A settimana?

Photo Credits | michaeljung / Shutterstock.com

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